Il Napoli perde in casa contro la Fiorentina e si allontana dal secondo posto. Decide nel finale il gol di Joaquìn. La Fiorentina sale a -7 ma non riapre la corsa al terzo posto
SUPERIORITA’. Diciamolo subito, almeno come magra consolazione: il Napoli ieri è stata una squadra superiore all’avversario. E non di poco. Le ragioni della sconfitta dunque sono da ricercare un po’ nella sfortuna, un po’ nella mancanza di precisione degli attaccanti e, consentitecelo per questa volta, anche un po’ nell’arbitraggio.
ARBITRO. Il parrucchiere umbro non è la prima volta che danneggia il Napoli. Non si tratta di indugiare nel vittimismo o nel voler trovare alibi a tutti i costi e, a scanso di equivoci, diciamo anche che l’espulsione di Ghoulam è giusta. Il regolamento dice che in questi casi la squalifica è solo di un turno e il francese non salterà la sfida contro la Juve di domenica prossima. Sempre che Tosel non interpreti a modo suo…
FALLI. Tagliavento non ha negato rigori solari né ha concesso all’avversario rigori inesistenti. Non ha sbagliato in episodi grossolani ma ha adottato per tutti e novanta i minuti un metro di giudizio parziale. Appena Higuain arrivava a contatto con l’avversario gli veniva fischiato fallo mentre, facendo solo un esempio dei tanti, in occasione del contatto Savic-Mertens – che ha portato all’infortunio del belga – non è stata fischiata neanche punizione.
GIOCO. Il Napoli è stato superiore, bene o male, in tutti i reparti: il tanto decantato super centrocampo viola ha perso il duello contro quello azzurro. E, ricordiamolo, a centrocampo i viola avevano netta superiorità numerica. In difesa gli azzurri hanno concesso solo un’occasione nitida prima del gol, che nasce da un lettura ingenua di Reina, e in attacco la quantità di palle gol è stata, ancora una volta, notevolissima.
PORTO. La partita di ieri è stata molto simile nell’andamento a quella di giovedì scorso. Rimangono in entrambi i casi tanti segnali positivi, a partire dalla buna prova di Henrique schierato una volta ancora in un ruolo diverso. La scetticismo sul brasiliano arrivato a gennaio è definitivamente scomparso.
CR7. “Ho visto l’arbitro pallido, era nervoso. Così non si può arbitrare, non è all’altezza di una partita così. Abbiamo giocato contro 12 avversari, la verità è che in Spagna dà fastidio che vinca il Madrid e il trattamento nei nostri confronti non è lo stesso riservato agli altri. E’ sempre la stessa storia, non ci lasciano vincere. Volevano che il Barcellona restasse vivo, ed eccolo lì… Non volevano che noi vincessimo e che il Barça restasse fuori dalla lotta”. Analogie?