Napoli la città più cementificata, il verde pare ormai essere solo l’erbaccia dei marciapiedi o dei parchi abbandonati

Il rapporto ISPRA sul consumo di suolo in Italia mette in evidenza i danni all’ambiente causati dalla cementificazione. Napoli è al primo posto con il 62,1% di territorio invaso dal cemento

cementificazioneNapoli è la città più cementificata in Italia, lo ha rivelato il rapporto 2014 dell’ISPRA sul consumo di suolo in Italia che la colloca al primo posto con il 62,1% del territorio invaso dal cemento. Seguono Milano (61,7%), Torino (54,8%), Pescara (53,4%), Monza (48,6%), Bergamo (46,4) e Brescia (44,5). “Non accenna a diminuire, anche nel 2012, la superficie di territorio consumato: ricoperti, negli ultimi 3 anni, altri 720 km2”, lo si apprende dal rapporto presentato dal Presidente ISPRA Bernardo De Bernardinis al Convegno del 26 marzo presso l’Aula dei Gruppi Parlamentari della Camera.

La crisi non ha cessato quindi sia l’avanzare dell’edificazione che la costruzione di opere ed infrastrutture come strade, ferrovie o parcheggi, con un consumo del suolo in tre anni pari ad un’area grande quanto a cinque capoluoghi di regione. L’impatto ambientale della cementificazione è considerevole su diversi aspetti, passando dai danni diretti e indiretti all’agricoltura, all’inquinamento atmosferico – dal 2009 al 2012 sono stati immessi in atmosfera 21 milioni di tonnellate di CO2 – con conseguenze sul cambiamento climatico, ma è anche tra i fattori responsabili del dissesto idrogeologico. “In questi tre anni per via della conseguente impermeabilizzazione abbiamo perso una capacità di ritenzione pari a 270 milioni di tonnellate d’acqua che, non potendo infiltrarsi nel terreno, deve essere gestita”.

Preservare il verde pubblico dovrebbe essere tra gli obiettivi delle amministrazioni con azioni congiunte tra comuni province e regioni, ma ciò è quanto di più difficile sia da realizzare. Basti pensare alle divergenze politiche che all’interno dei singoli comuni creano paradossi, atteggiamenti che sfuggono alla comprensione dei cittadini.

A Pomigliano sono le donne del rione della ricostruzione a ridosso del parco pubblico Nicholas Green, a far riflettere sull’importanza degli spazi verdi pubblici, sintomo della necessità degli abitanti di sfuggire al grigiore del cemento per potersi riconciliare con la natura. Il 26 marzo scorso le donne del quartiere hanno fatto da scudo ai volontari del partito democratico intenti da alcuni giorni a ripulire il parco pubblico abbandonato, impedendo fisicamente l’accesso al parco alla polizia municipale che intimava lo sgombero contestando il reato di invasione di patrimonio pubblico. Un braccio di ferro tra l’ex sindaco PD Michele Caiazzo e il sindaco in carica di Forza Italia, Raffaele Russo, in cui a perdere come è ovvio sono i cittadini.

Riqualificare gli spazi verdi è anche il modo per rendere la città, oltre che vivibile per i propri cittadini, attraente per i turisti che si spingono alla scoperta delle diverse bellezze del luogo. È su questo principio che si è discusso di Villa Floridiana il 20 marzo scorso nel consiglio della V municipalità Vomero Arenella. Il consigliere Marco Gaudini, ha rassicurato in quell’occasione, sull’impegno assunto dal Comune, che dopo la stipula della convenzione ha la competenza sulla pulizia, spiegando che ci saranno interventi più incisivi in quanto il degrado in cui versa la Villa è legato alla mancanza di pulizia del parco. “Speriamo che per l’estate si possa passeggiare liberamente tra il verde sotto il sole in un parco pulito, bello e sicuro” ha commentato Gaudini. La speranza è che il comune tramuti in azioni concrete i buoni propositi espressi allargando lo sguardo anche alle altre municipalità con interventi mirati a riqualificare il verde pubblico di tutta Napoli.

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