L’Italia è in recessione e stringe la cinghia: tagli alla spesa e giro di vite sulle partecipate

La formula di Renzi: serve “coraggio” e occorre “invertire la rotta”. L’Italia ce la può fare “ma deve cambiare” con le riforme.

spending reviewRoma, 7 luglio – L’Italia è in recessione tecnica. L’annuncio è arrivato dall’Istat che nella giornata di ieri ha diffuso il dato sul Pil del secondo trimestre del 2014. Nessuna previsione di crescita per quest’anno. Il dato fotografa una situazione peggiore delle attese: -0,2% che si somma al dato negativo del primo trimestre (-0,1%).

Piazza Affari ha immediatamente risposto con un crollo, oggi in lieve calo. A colare a picco è stato il comparto bancario e Fiat alle prese con la fusione con Chrysler.

BCE – La Banca Centrale Europea ha lasciato, oggi, e secondo le previsioni, il tasso di rifinanziamento pronti contro termine, al minimo storico dello 0,15%. Nel previsto intervento del presidente dell’Eurotower, di questo pomeriggio, Mario Draghi ha annunciato che i tassi rimarranno a lungo a questi livelli e gli interventi della Bce saranno anche di tipo “non convenzionali”. All’esame della Bce il rallentamento della crescita economica, preoccupante in Italia e le misure per favorire la crescita e l’occupazione.

GOVERNO – Il Presidente del Consiglio Matteo Renzi in un’intervista al Messaggero invoca le privatizzazioni, “ma non con l’ansia di chi ha bisogno di realizzare”. E continua: “questo non è il momento di svendere”, occorre cominciare dalle municipalizzate, “iniziamo a disboscare la giungla di partecipate, di poltrone, dicendo ai sindaci: noi vi diamo gli incentivi, ma voi mettete insieme le aziende”. Serve coraggio, è il monito del Premier e “invertire la rotta”. L’Italia ha le carte in regola per uscire dalla crisi, “ma deve cambiare” andando avanti con le riforme.

Secondo il ministro dell’Economia Pier Carlo Padoan alla Camera: “E’ sbagliato e fuorviante come fanno alcuni commentatori considerare pochi trimestri”, occorre una visione di “medio periodo” nell’analisi dei conti pubblici. Non ci saranno manovre bis ma scatteranno tagli alla spesa pubblica o taglio ai privilegi ed alle detrazioni.

SPENDING REVIEW – Intanto Carlo Cottarelli, commissario alla spending review, ha annunciato il suo piano di tagli sulle partecipate locali per un risparmio previsto di 2-3 miliardi a regime. Obiettivo è portare il numero delle partecipate da 8mila a mille in tre anni e “ottenere efficienza e risparmi”.

Si lavora anche al “rinnovamento degli immobili pubblici, per studiare risparmi su riscaldamento e pulizie per esempio” ed anche alla digitalizzazione della PA, con una proposta da formulare entro settembre.

Tra il 2009 e il 2012 lo Stato ha già ridotto la spesa pubblica “del 10% in termini nominali, i Comuni dell’8%, le Province del 14% e le Regioni del 16%, esclusa la sanità”. C’è stata una “riduzione molto forte delle spese per le amministrazioni centrali, ma non per le pensioni salite del 7%”.

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