Al centro del discorso di Mattarella la crisi economica che aumenta le ingiustizie ledendo principi e valori su cui si fonda il patto sociale sancito dalla Costituzione. Appello all’unità nazionale e richiami su lotta alla mafia e al terrorismo internazionale
Sergio Mattarella, ha giurato da Presidente della Repubblica. Accolto alla Camera, dove lo attendeva il Parlamento in seduta comune, ha fatto il suo ingresso tra gli applausi. Ha pronunciato il rito “Giuro di essere fedele alla Repubblica e di osservare lealmente la Costituzione”, mentre fuori Montecitorio venivano sparati (a salve) 21 colpi di cannone. Poi il messaggio alla nazione.I
Mattarella, ringrazia i suoi predecessori Ciampi e Napolitano e successivamente si concentra su un tema che dimostra di sentire molto, come quello della crisi: “La lunga crisi ha inferto ferite e prodotto emarginazione e solitudine, tante difficoltà hanno colpito occupazione e creato esclusione – afferma Mattarella – Per questo l’unità rischia di essere difficile, fragile e lontana, l’impegno di tutti è a superare le difficoltà degli italiani. Quelli economici sono punti di un’agenda esigente, su cui viene misurata la distanza tra istituzioni e popolo. Dobbiamo scongiurare il rischio che la crisi intacchi il patto sociale sancito dalla Costituzione”.
Il Presidente, chiede l‘impegno da parte di tutti gli italiani per superare le difficoltà e manda un messaggio chiaro ai partiti, nel cercare di mettere da parte le divisioni. Tiene a sottolineare il suo “ruolo di arbitro imparziale”. Auspica: “L’urgenza di riforme istituzionali, economiche e sociali che diano risposte efficaci alla nostra comunità, risposte adeguate alle sfide che abbiamo di fronte”.
Mattarella spiega cosa vuol dire garantire la Costituzione. Significa garantire il rispetto delle donne, che “non debbano avere paura di violenze e discriminazioni”, dei giovani “per i quali bisogna garantire il diritto allo studio”, significa promuovere “la cultura diffusa e la ricerca di eccellenza, anche utilizzando le nuove tecnologie e superando il divario digitale”.
“La crisi di rappresentanza ha reso deboli o inefficaci gli strumenti tradizionali della partecipazione, mentre dalla società emergono, con forza, nuove modalità di espressione che hanno già prodotto risultati avvertibili nella politica e nei suoi soggetti – afferma Mattarella, il quale si dice contento di vedere innanzi a se – la più alta percentuale di donne e di giovani parlamentari. Un risultato prezioso che troppe volte la politica stessa finisce per oscurare dietro polemiche e conflitti”. Spiega “La democrazia non è una conquista definitiva ma va inverata continuamente, individuando le formule più adeguate al mutamento dei tempi”.
Nel suo discorso, anche un accenno alla mafia, a causa della quale ha subito un grave lutto familiare e alla corruzione. Dice Mattarella: “La corruzione divora risorse che potrebbero essere destinate ai cittadini, impedisce la corretta esplicazione delle regole del mercato, favorisce le consorterie e penalizza gli onesti ed i capaci”.
Un accenno al terrorismo: “Siamo inorriditi dalla barbarie della decapitazione di ostaggi, dalle guerre e dagli eccidi in Medio Oriente e in Africa, fino ai fatti tragici di Parigi – ha detto – Altri rischi minacciano la nostra convivenza. Il terrorismo internazionale ha lanciato la sua sfida sanguinosa, seminando lutti e tragedie in ogni parte del mondo e facendo vittime innocenti”.
Subito dopo, il Presidente della Repubblica, si è recato all’Altare della Patria, per rendere omaggio al Milite ignoto e poi al Quirinale per il passaggio di consegne. Qui ha avuto un colloquio privato con il presidente emerito Napolitano, il quale gli ha consegnato l’onorificenza di collare di Cavaliere gran Croce decorato di gran Cordone. La stessa, che era stata consegnata a quest’ultimo da Carlo Azeglio Ciampi nel 2006.
Al Quirinale, durante la cerimonia di insediamento del Capo dello Stato, ha preso la parola il presidente del Senato, e supplente uscente, Pietro Grasso: “Caro presidente sono sinceramente felice di poterle augurare il benvenuto al Quirinale dove per i prossimi sette anni sarà rappresentate dell’unià nazionale”. Nel salone dei corazzieri, Mattarella ha definito il Quirinale: “un luogo storico che è la casa di tutti gli italiani ed è bene che lo divenga sempre di più”.