Via libera della Camera alle riforme costituzionali non senza polemiche. Dal voto si sfilano solo 8 deputati Pd

A Favore Pd, Area popolare (Ncd più Scelta civica) e Pi-Cd. Contrari Forza Italia, Lega, Fi-An, Alternativa Libera e Sel. Approvato il ddl sulla riforma del Senato. Il testo ora torna a Palazzo Madama per la seconda lettura. Assenti i 5 stelle, FI si divide, Dem out out sulla legge elettorale

maria elena boschiRoma, 10 marzo – Con 357 sì, 125 no e 7 astenuti la Camera approva il ddl sul nuovo Senato. Si chiude così il cerchio sulla prima lettura da parte dei due rami del parlamento sulla legge del Ministro Boschi avviando l’iter della seconda lettura come previsto dall’art.138 della Costituzione. Hanno votato a favore Pd, Area popolare (Ncd più Scelta civica) e Pi-Cd. Contrari Forza Italia, Lega, Fi-An, Alternativa Libera e Sel, mentre gli unici a disertare l’aula sono stati i 91 deputati del M5s. Anche questa volta nell’emiciclo non sono mancati malumori e divisioni politiche che si registrarono anche a febbraio quando le opposizioni abbandonarono l’aula dando vita ad un nuovo Aventino.

Il Presidente del Consiglio Matteo Renzi, con l’ormai immancabile tweet, ha subito espresso la sua soddisfazione per il risultato raggiunto complimentandosi con il Ministro delle riforme Maria Elena Boschi e con tutti i deputati della maggioranza.

Tuttavia nell’immediato post-voto non si sono fatti attendere i malumori da parte delle minoranze interne al Partito Democratico. Dem ha criticato il contenuto e il metodo utilizzato sulla riforma. Inoltre l’ex leader della sinistra Pierluigi Bersani avverte “O si modifica in modo sensato l’Italicum o io non voto più sì sulla legge elettorale e di conseguenza sulle riforme perché il combinato disposto crea una situazione insostenibile per la democrazia”. Inoltre dai tabulati emerge che 8 deputati Pd non hanno partecipato al voto finale, tra questi Stefano Fassina, Pippo Civati, Francesco Boccia, Ferdinando Aiello, Paola Bragantini, Massimo Bray, Luca Pastorino, Michele Pelillo, in 3 si sono astenuti: Angelo Capodicasa, Carlo Galli e Guglielmo Vaccaro mentre 7 sono gli assenti giustificati: Carrozza, Battaglia, Becattini, Casati, Folino, Genovese e Martelli.

E’ caos all’interno di Forza Italia. Dopo la rottura del patto del Nazzareno e le divisioni interne, Silvio Berlusconi invita i suoi a compattarsi e a votare uniti contro il ddl Boschi. Gli Azzurri restano fedeli al loro leader e in aula votano no alle riforme ma 17 deputati vicini a Denis Verdini fanno conoscere il loro dissenso per la linea adottata dal Cavaliere inviandogli un documento in cui si dice “Voteremo contro non per disciplina di gruppo ma per affetto e lealtà nei tuoi confronti”. Mentre Raffaele Fitto invita i componenti del suo partito a non fare scherzi al Senato e dichiara “Oggi tutti benvenuti all’opposizione. Ora l’essenziale e che non ci sia la riserva mentale nel prossimo passaggio al Senato, una volta passate le elezioni regionali, di riprendere a fare pasticci come è accaduto fino a quindi giorni fa”.

Fuori dalla Camera solo i deputati pentastellati uniti in un Aventino solitario. Inoltre, durante le dichiarazioni di voto, Danilo Tonelli, l’unico del gruppo presente in aula, ha affermato “E’ davvero doloroso per me essere qui oggi ma lo faccio con l’orgoglio di chi ha il compito di testimoniare la contrarietà al tentativo di rovinare la Costituzione imposto con metodi fascisti”.

Sel e Lega Nord, entrambi presenti in aula, hanno bocciato il provvedimento. Dure le critiche di Nichi Vendola che ha parlato di stravolgimento del fondamento della vita democratica. Inoltre, durante il voto, i deputati vendoliani, dai banchi di Montecitorio, hanno mostrato il loro dissenso  sollevando la Costituzione.

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