La pizza è la candidata italiana per l’ingresso nella Lista del Patrimonio Immateriale dell’Umanità Unesco. Inizia ufficialmente il negoziato internazionale che coinvolgerà 163 stati. Dal 1 aprile 2015 al 15 novembre 2016 la decisione dei valutatori indipendenti Unesco
“L’Arte dei pizzaiuoli napoletani” potrebbe diventare Patrimonio Immateriale dell’Umanità. La pizza napoletana, è infatti stata scelta dalla Commissione Italiana per l’Unesco come unica candidata nazionale di questo periodo alla conquista del prestigioso riconoscimento. Sorridono, i primi firmatari della petizione che era stata lanciata mesi fa dall’ex leader dei Verdi Alfonso Pecoraro Scanio e dall’Associazione Pizzaiuoli napoletani, prima al Napoli pizza Village e poi su Change.org, trovando subito l’appoggio di leader del settore gastronomico napoletano come Rossopomodoro e raggiungendo più 250.000 firmatari.
La candidatura, da parte della Commissione Nazionale, è il primo passo di un negoziato che coinvolgerà 160 Stati. Dal 1 aprile al 15 novembre 2016 è attesa la decisione dei valutatori indipendenti Unesco. Al momento, sono 6 le entità del nostro Paese che fanno parte del ristretto novero del Patrimonio: la dieta mediterranea, la vite ad alberello di Pantelleria, l’opera dei Pupi, il canto a tenore, le macchine votive a spalla e l’arte del violino a Cremona.
Soddisfazione è stata espressa dal Ministro delle Politiche Agricole Maurizio Martina, che ha dichiarato: “La decisione della Commissione Nazionale Unesco ci riempie di gioia, soprattutto perchè arriva a pochi giorni dall’inaugurazione dell’Esposizione Universale di Milano dedicata ai temi della nutrizione. Si tratta del modo migliore per riaffermare l’importanza che il patrimonio culturale agroalimentare ha per l’Italia e – continua il ministro – per contrastare quei fenomeni di imitazione di questa antica arte e rilanciare le tecniche tradizionali di produzione, tramandate di generazione in generazione”.
“Il riconoscimento Unesco – dichiara l’assessore al Lavoro e alle Attività produttive del Comune di Napoli Enrico Panini – ci riempie d’orgoglio ed ha un valore importante non solo per la città di Napoli, ma per l’Italia intera. Perché la pizza è il simbolo dell’identità del nostro Paese. Questo primo importante passo lo dedichiamo alle donne e agli uomini di questa città che hanno preservato nei secoli una tradizione attenta agli ingredienti genuini. Siamo contenti soprattutto perché la decisione della Commissione Unesco arriva ormai a pochi giorni dall’inizio di Expo 2015 in cui il Comune di Napoli, attraverso NAPOLIperEXPO, ha puntato sin da subito per affermare ancora una volta l’importanza del patrimonio culturale agroalimentare di questa città”.
Coldiretti, attraverso il presidente dell’associazione Roberto Montecalvo, ha sottolineato come: “Il riconoscimento dell’Unesco ha un valore straordinario per l’Italia, che è il Paese dove più radicata è la cultura alimentare e la pizza rappresenta un simbolo dell’identità nazionale. È un modo di dare importanza ad una tradizione sostenibile attenta alla naturalità – continua Montecalvo – che parla di materie prime povere e d’ingegnosità umana, di genialità di donne e uomini – conclude – che volevano trovare modi gustosi e sostanziosi per nutrire le proprie famiglie e la propria comunità.