Dopo il dialogo gli operai chiedono i fatti. Uniti nella protesta con i sindacati contro il colosso americano degli elettrodomestici
In più di 600 da Carinaro in protesta davanti al Mise per il tavolo proposto dal Ministro Guidi. Presenti per discutere il piano Whirlpool anche il presidente della Regione Campania Stefano Caldoro, il presidente della Regione Marche Gian Mario Spacca e diversi esponenti dei sindacati Fiom-Cgil, Fim-Cisl, Ugl-Metalmeccanici e Uilm-Uil.
“Carinaro non si tocca, il potere deve essere operaio”, gridano gli slogan degli impiegati Whirlpool giunti a Roma con 12 pullman. Le proteste sono scattate all’annuncio, circa dieci giorni fa, del colosso degli elettrodomestici di un nuovo piano industriale. Prevista la chiusura dello stabilimento di Carinaro (CE), l’accorpamento dell’impianto di Albacina (AN) con quello di Melano (AN) e ben 1350 esuberi. Una scelta aziendale intollerabile per chi dopo anni di lavoro ora rischia di essere mandato a casa.
“Noi eravamo molto fiduciosi che l’acquisizione avrebbe portato ad un’integrazione. Siamo sicuri che la Whirlpool ha molto da capire e da imparare da noi ed è per questo motivo che dobbiamo crescere, ma tutti insieme”, dice la voce di un operaio dell’ex Indesit durante lo sciopero. Nel frattempo al Mise sono iniziati i lavori, che ripartiranno mercoledì e continueranno il 5 e l’8 maggio, per avviare un confronto senza pregiudiziali sul piano.
Il presidente della Regione Caldoro all’uscita dall’incontro ha dichiarato: “La chiusura dello stabilimento di Carinaro è inaccettabile e per certi versi una provocazione perché di fronte a volumi che aumentano si chiudono gli impianti. La Regione è pronta a dare risorse per le politiche attive sul lavoro e i contratti di sviluppo.” Per l’amministratore delegato della Whirlpool Italia Davide Castiglioni, però, quello proposto continua a restare “il miglior piano industriale possibile” anche se si dichiara aperto al dialogo.
Non la pensano così i sindacati, decisi a continuare con la loro battaglia andando oltre le 12 ore di sciopero già annunciate. “I lavoratori – ha dichiarato la Fiom dopo l’incontro – sono uniti nella mobilitazione come dimostra il fatto che l’incontro di oggi si è svolto con i lavoratori di tutti gli stabilimenti del gruppo in sciopero”. La concessione di una trattativa senza pregiudiziali non convince del tutto neanche la Uilm: “L’intenzione di chiudere lo stabilimento di Carinaro è una delusione”, ha dichiarato il segretario Giovanni Sgambati.
Pone l’accento anche sull’azione del Governo, invece, Marco Bentivogli di Fim-Cisl dicendo: “Per noi se non si rivede subito il piano si alzerà la mobilitazione e lo scontro. Il piano deve prevedere la sostenibilità sociale e occupazionale del 2013: non ci possono essere scorciatoie”. Per ora però le trattative restano ancora aperte e si continua sulla strada del dialogo rimandando l’appuntamento al Mise per i primi di maggio.