E’ un popolo di lavoratori arrabbiato per la scarsa considerazione di questo governo, in programma il blocco degli scrutini per la prossima settimana
Napoli, 5 giugno – Mentre i docenti scendono nuovamente in piazza arrivano in redazione le comunicazioni delle scuole che adotteranno lo sciopero degli scrutini indetto dai sindacati per la prossima settimana. E continuano ad arrivare segnalazioni, per ora sono: Rossini, Labriola, Levi, Fortunato, Mazzini, Pansini, Tognazzi De Cillis, Righi, Volta, IC 49 Toti per la primaria, Calamandrei, IC 88, IC 83 Bordiga, IC 46 Scialoia, SMS Solimena, ITI Curie, Sbordone, Nitti, Vico, Silio Italico, Majorana, ed ancora Galiani, Galilei, Flacco di Portici, Mercalli, Serra, Cuoco-Campanella e Garibaldi.
Dopo lo storico sciopero unitario del 5 maggio scorso, ad un mese esatto dalla grande manifestazione di dissenzo verso il Ddl “La Buona Scuola” che ha visto la partecipazione di 500mila docenti in tutta Italia, il mondo della scuola è nuovamente in piazza. Questa volta per una fiaccolata nelle principali città italiane. Ancora una volta per dire NO ad un Ddl non solo voluto ma praticamente imposto dal governo Renzi. Alle spalle ci sono le elezioni amministrative per il rinnovo di 7 Consigli regionali. Una tornata elettorale caratterizzata da un lato da un forte astensionismo, dall’altro da un attivismo mai visto prima ad opera dei lavoratori della scuola con la campagna “Io non voto Pd”.
Pare sia trascorso un tempo lunghissimo da quel 5 maggio, ma le intenzioni del Premier appaiono immutate: andrà avanti con la riforma della Scuola nella sua forma così fortemente contestata dalla stragrande maggioranza dei docenti di ruolo e precari. E la risposta dei docenti non si è fatta attendere, ancora una volta in piazza a manifestare la propria rabbia nei confronti di un “governo sordo e arrogante che sta portando avanti un programma diverso da quello per il quale gli italiani si erano espressi con il voto alle scorse politiche“. La manifestazione si è svolta contemporaneamente in tutta Italia ed anche Napoli ha visto la sua fiaccolata. Come è ormai prassi il tam tam è avvenuto su Facebook e attraverso i tantissimi gruppi WhatsApp nati in questi mesi per coordinare le azioni di protesta.
L’appuntamento era per le ore 20 a piazza Matteotti. E in tanti hanno risposto all’appello. Un corteo composto da tantissime donne, è questa la platea dei lavoratori della scuola. Mamme, mogli, fidanzate, qualcuna ha portato con se anche i propri figli, sono docenti mediamente sulla cinquantina, molte di loro non hanno mai partecipato a tante manifestazioni come negli ultimi mesi. E tutto per quella che definiscono “una riforma di destra portata avanti da una finta sinistra senza il confronto popolare delle urne“. Una piazza diversa da quelle che la tv ci ha abituati a vedere in questi anni, dove i lavoratori che protestano sono spesso del settore metalmeccanico. Ma con un punto in comune: queste donne, questi lavoratori della scuola sono letteralmente incazzati contro il governo Renzi.
Tanti gli slogan scanditi, da “Giù le mani dai docenti, ignoranti, prepotenti” a ” La scuola è pubblica e non si tocca, la difenderemo con la lotta”. Ognuno con un lumino acceso, il corteo si è diretto a piazza del Plebiscito intonando gli slogan, fino a raggiungere la Prefettura, dove una delegazione di rappresentanti sindacali è salita dal prefetto per consegnare un documento contro il Ddl Scuola.
Ma la protesta non terminerà di certo con questa fiaccolata e nemmeno dopo l’eventuale approvazione del Ddl. In programma nell’immediato lo sciopero breve degli scrutini, indetto da tutti i sindacati. In questi giorni nelle scuole è un continuo indire assemblee per l’organizzazione del blocco degli scrutini “ragionato”.
Il consiglio dei docenti che deve valutare gli studenti a fine anno, deve essere costituito in forma “perfetta”, ovvero richiede per obbligo la presenza di tutti i docenti. Con lo sciopero di un’ora, un singolo docente, aderendo alla protesta potrà bloccare un intero scrutinio. E le assemblee sindacali servono proprio a questo, ad organizzare la turnazione oraria dei colleghi per bloccare quanti più scrutini possibili nei due giorni per i quali si potrà scioperare. In attesa della prossima forma di protesta che, promettono i docenti, non si fermerà.