Il costituzionalista Michele Ainis: “Seconda Repubblica fondata sui maxiemendamenti”

L’esperto di diritto costituzionale analizza l’anno di governo di Matteo Renzi, soffermandosi sul maxiemendamento al ddl di riforma della scuola, che definisce “un campo di concentramento”

ddl riforma scuolaMichele Ainis, è intervenuto in queste ore sul maxiemendamento approvato ieri sera dal Senato e non entrando nel merito della riforma della scuola (buona o meno), ha evidenziato come negli ultimi anni il parlamento sia stato trasformato in una sorta di “organo consultivo del governo” attraverso lo strumento della fiducia, di cui gli esecutivi fanno sempre più uso.

“Che c’è in comune – si chiede Ainis – fra la Buona Scuola e l’Italicum? E fra quest’ultimo e il Jobs act, la legge Delrio sulle Province, quella di Stabilità? Semplice: sono tutte figlie d’un maxiemendamento, sul quale cade poi come una scure il voto di fiducia. E almeno in questo, Renzi non si distingue dai suoi predecessori”.

Quello di ricorrere ai maxiemendamenti e porre la questione di fiducia, “è la legge non scritta della Seconda Repubblica: se vuoi incassare una riforma, devi violentarne la forma”. E il primo effetto di questo comportamento è: “Sequestrare la libertà dei parlamentari, messi davanti a un prendere (la legge) o lasciare (la poltrona). Sommando su di sé il potere esecutivo e quello legislativo, specie se il testo contiene 9 deleghe al governo, come accade per la Buona Scuola. E sfidando infine il paradosso, la contorsione logica. Il maxiemendamento, difatti, è un autoemendamento, quando interviene su un progetto confezionato dallo stesso Consiglio dei ministri”.

Anis non lo dice apertamente ma il maxiemendamento appare scritto coi piedi, complicato da capire persino per un esperto di diritto, figurarsi per chi non lo è. Si tratta di un percorso ad ostacoli fra commi, articoli, lettere e continui rimandi. Spiega Anis che: “Fra i 209 commi del maxiemendamento che si succedono senza uno straccio di titolo per orientarne la lettura, fa capolino il comma 49, che introduce la lettera b-bis. Seguito a debita distanza dal comma 166, che a sua volta aggiunge il comma 2-octies. Mentre il comma 178 si divide in 9 lettere; la lettera b in 8 punti; il punto 3 in 4 sottopunti. Senza dire del comma 74, a proposito degli insegnanti di sostegno: un delirio di rinvii normativi, 23 numeri in 84 parole”.

Nella sua analisi, il costituzionalista conclude sconsolato: “Sarà per questo che l’Italia è fanalino di coda nella classifica che misura la qualità della legislazione, 63 gradini in giù rispetto alla Germania. Sarà per questo che l’indice Doing Business 2015 ci situa al 56º posto, dietro a tutte le principali economie. Con leggi così l’imprenditore, il lavoratore, e da domani pure lo studente, rimangono giocoforza ostaggio del burocrate. Il maxiemendamento è un campo di concentramento”.

One thought on “Il costituzionalista Michele Ainis: “Seconda Repubblica fondata sui maxiemendamenti”

  1. Non esiste la seconda repubblica ! Sfido chiunque a dimostrare l`atto di nascita con relativa Costituzione…di questa fantomatica repubblica

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