Intercettazioni, emendamento PD: niente carcere per i giornalisti

Il ministro Orlando: “Nessuna volontà di colpire la stampa”

intercettazioniNiente carcere per i giornalisti che diffondono conversazioni esercitando il diritto di cronaca. Lo prevede un emendamento al Ddl penale presentato alla Camera dal responsabile Giustizia del Partito Democratico Dadiv Ermini e dal deputato dem Walter Verini. Viene così riscritta la norma, che era stata ribattezzata dalle opposizioni “Legge Bavaglio”– in particolare dal M5S – ed era stata promossa dal deputato Alessandro Pagano (Ap). Con l’emendamento Pd resta il carcere per chi diffonde video e registrazioni di nascosto, ma la punibilità viene esclusa “quando le registrazioni o le riprese sono utilizzabili nell’ambito di un procedimento amministrativo o giudiziario o per l’esercizio del diritto di difesa o del diritto di cronaca”.

La riformulazione nella maggioranza sembra soddisfare tutti. Non solo il Pd, che con il ministro della Giustizia Andrea Orlando aveva immediatamente preso le distanze dall’emendamento Pagano giudicandolo un “errore”, ma anche Ncd e lo stesso Pagano, il quale è convinto che “l’impianto del suo emendamento e i principi di base non vengano toccati”.

Tutto risolto? Non proprio. Tensioni potrebbero registrarsi tra opposizioni e maggioranza e anche all’interno di quest’ultima, dopo l’estate. Infatti, la norma su cui è intervenuto il Pd non è che una parte minima e secondaria, della più ampia delega al governo per riformare la legislazione in materia di intercettazioni. La parte a rappresentare un terreno accidentato per la maggioranza, è quella che prevede la possibilità di fare intercettazioni per contrastare la corruzione nella pubblica amministrazione. Voluta da Orlando e dal Pd, non convince Ncd, che nei giorni scorsi ha dichiarato con il viceministro Enrico Costa: “Se si apre alle intercettazioni nella pubblica amministrazione, allora chiediamo che si intervenga anche sui presupposti per chiedere e ottenere la registrazione delle telefonate, impedendo le cosiddette intercettazioni a strascico”.

Per blindare la riforma sulle intercettazioni, non è escluso che il ministro Orlando decida di affidare l’incarico di preparare il testo della futura legge ad una commissione di esperti. L’obiettivo del governo è di arrivare a una prima approvazione in Aula “prima della pausa estiva”. Le opposizioni, dal canto loro fanno sapere che se non verranno riviste alcune norme, metteranno in atto un ostruzionismo durissimo.

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