Nel primo semestre di quest’anno si è verificato un incremento di richieste mutui pari al 76,2%. Segnale di “forte ripresa” per l’Abi, nonostante l’Italia sia uno dei paesi europei con il tasso di interessi più alti
Nel semestre gennaio-giungo di quest’anno si è registrato un boom di richieste mutui da parte degli italiani. A comunicarlo è l’Abi (Associazione bancaria italiana), che, dopo l’indagine compiuta su 78 banche (circa l’80% della totalità del mercato bancario italiano), parla di una “forte ripresa del mercato”, in quanto, rispetto al primo semestre dello scorso anno, ci sia stato un incremento del 76,2%. La somma delle erogazioni di nuovi mutui nel semestre gennaio-giugno 2014, infatti è stato pari a 11,794 miliardi di euro, quella di quest’anno, invece, è di 20,777 miliardi.
L’ammontare delle erogazioni mutui di quest’anno è addirittura superiore a quello del 2013 (nel quale questo era pari a 9,205 miliardi di euro) e del 2012 (10,802 miliardi). I mutui a tasso variabile rappresentano il 52,8% delle nuove erogazioni, ma se si analizza soltanto il mese di giungo emerge che i mutui a tasso fisso hanno superato il 60% delle nuove erogazioni (contro il 20% del giugno 2014).
Il boom dei mutui non interessa solamente l’acquisto di case, bensì anche i finanziamenti per le imprese, le quali, sempre nel semestre gennaio-giugno 2015, hanno subito un aumento del 16,3%. In aumento anche il credito al consumo che sale del 18,2%.
Nonostante l’incremento di richieste mutui sia considerata dall’Abi una “forte ripresa del mercato”, sono emersi anche dati non troppo positivi a riguardo. Secondo la Cgia, infatti, l’Italia continua ad avere tassi di interesse sui mutui più alti rispetto al resto delle banche europee: l’Associazione Artigiani Piccole Imprese evidenzia, infatti, evidenzia che gli interessi sui mutui casa italiani siano più alti del 9% rispetto all’Eurozona; tra i paesi europei adottanti la moneta unica, solo i Paesi Bassi riescono a superare l’Italia. Tuttavia, prosegue la Cgia, va ricordato che negli ultimi anni il differenziale tra il nostro paese e il resto d’Europa si è ridotto notevolmente: nel 2012, ad esempio, l’Italia scontava uno scarto del 20,7%. L’anno successivo il gap è salito ancora, passando al 22,4%, per ridursi, poi, nel 2014 al 13,2%. A giugno di quest’anno, lo scostamento è diminuito attestandosi all’8,9%.
Le richieste di mutui sono cresciute esponenzialmente, e secondo Paolo Zabeo della Cgia – “gli effetti positivi di questa tendenza li avvertiremo, molto probabilmente, solo verso la fine dell’anno. Purtroppo, la situazione del mercato delle nuove abitazioni rimane ancora molto difficile, con pesanti ricadute su tutto il comparto dell`edilizia”. “Segnali interessanti, invece, si registrano nei settori delle ristrutturazioni/risanamento conservativo che sono orientati ad aumentare il livello di efficienza energetica degli edifici esistenti. Grazie alle detrazioni fiscali del 50 e del 65 per cento, la domanda di queste misure, soprattutto al Centro-Nord, resta molto elevata”, conclude Zabeo.