Con una circolare da parte del Mibact alle soprintendenze speciali e ai segretari regionali è stata richiesta una revisione dei piani d’emergenza alle direzioni dei musei italiani, in relazione al “grave contesto nazionale ed internazionale che riguarda gli istituti maggiormente vulnerabili per la presenza di un elevato numero di visitatori o per la loro rappresentatività”. Alfano: “Preoccupazione per il Giubileo. Roma e il Papa sono già stati minacciati”
Roma, 16 novembre – All’indomani delle stragi di Parigi anche l’Italia inizia a prendere le dovute precauzioni, alzando il livello di sicurezza nei musei e nei siti archeologici italiani. Il Ministero dei Beni culturali ha chiesto con una circolare alle direzioni dei musei autonomi e alle sovrintendenze speciali di revisionare i piani di emergenza, dato il rischio connesso ad azioni di terrorismo. La richiesta è in relazione al “grave contesto nazionale e internazionale”, precisa nel documento il Mibact. L’allerta riguarda in particolare il Colosseo, Pompei, gli Uffizi e la Pinacotea di Brera.
Il comunicato precisa che le direzioni “si attengano al rigoroso rispetto delle procedure di sicurezza previste dai piani di emergenza che ogni istituto ha predisposto e che sia provveduto tempestivamente a segnalare alle competenti forse di polizia eventi o situazioni ritenute pericolose nei confronti del rischio antropico. Gli istituti maggiormente vulnerabili per la presenza di un elevato numero di visitatori o per la loro rappresentatività dovranno verificare che nel relativo piano di emergenza, tra gli scenari emergenziali, sia ricompreso il rischio connesso ad azioni di terrorismo, provvedendo in caso contrario ad aggiornare ed integrare il piano, richiedendo anche l’assistenza delle prefetture territorialmente competenti”.
Non si è fatta attendere la risposta dei sindacati, secondo il sindacato Confsal-Unsa Beni culturali “la circolare del Mibact è tempestiva ed opportuna ma fino ad oggi il Ministero non si era mai chiaramente pronunciato nel prevedere che i piani di emergenza comprendessero anche il rischio terrorismo. “Come non prestare ulteriore attenzione – dice il coordinatore toscano di Confsal-Unsa Beni culturali Learco Nencetti – a Uffizi e Accademia a Firenze. Ma la domanda che ci poniamo, sempre per una migliore interazione con l’azione preventiva a salvaguardia del pubblico e dei lavoratori dei musei, è quella di interagire richiedendo sempre più una formazione costante e un aggiornamento continuo, proprio dei piani di sicurezza, in merito alla gestione dei punti di raccolta, di evacuazione rapida e di gestione delle uscite di sicurezza con salvaguardia del rigoroso rispetto della capienza dei musei. Tendiamo la mano, senza formalismi, a cominciare con Hike Schmidt, neodirettore degli Uffizi, perché questo, vista la situazione internazionale, sarà il loro primo obiettivo e compito.”
Intanto si avvicina il Giubileo, che avrà inizio il 29 novembre, e lo stato d’allerta è massimo. Il ministro Angelino Alfano è intervenuto nella sua informativa alla Camera, sottolineando il pericolo a cui è soggetto il Vaticano: “Il livello di preoccupazione per la minaccia terroristica cresce con il Giubileo, Roma ed il Papa sono già stati al centro di dichiarazioni minacciose inneggianti alla distruzione e all’odio. Rafforzeremo la vigilanza sui punti sensibili, a partire da piazza San Pietro, dove ci saranno percorsi stabiliti per l’afflusso e postazioni fisse di controllo”. Particolare attenzione sarà rivolta ai possibili attacchi dal cielo attraverso i droni. Il ministro ha poi aggiunto che saranno stanziati più soldi per il controllo del territorio, quindi si vedranno più uomini delle Forze dell’Ordine per le strade, ma anche molti più metaldetector e dispositivi di ultimissima generazione nei luoghi ritenuti più pericolosi.
Tuttavia, come ha sottolineato Alfano, i bersagli non sono più soltanto gli “obiettivi sensibili riconducibili ad interessi di Paesi ritenuti ostili” ma sono anche i “soft target, ossia i luoghi di aggregazione comune destinati allo svago e al divertimento: un bar, un ristorante, lo stadio, una sala concerti. Parigi dimostra quindi l’imprevedibilità del pericolo e ciò rende più ardua la prevenzione ed il contrasto”. Per far fronte a questa emergenza ci sarà un innalzamento dei dispositivi di controllo non solo nelle strade ma anche nelle stazioni, sui treni e alle frontiere per impedire il transito di terroristi. Sarebbero queste le intenzioni del governo, anche se in Parlamento è già scoppiata la polemica: al comparto sicurezza dovrebbero arrivare 140 milioni in più rispetto ai 70 già stanziati nella legge di stabilità. Ma Forza Italia denuncia che il governo venerdì scorso, proprio poche ore prima che si verificasse l’attentato di Parigi, ha bocciato gli emendamenti presentati dagli azzurri in commissione Bilancio che prevedevano lo stanziamento di un miliardo per il rinnovo dei contratti per il comparto sicurezza-difesa.
Si è fatto sentire anche il Procuratore nazionale antimafia e antiterrorismo, Franco Roberti: “Da questo pericolo dobbiamo guardarci mettendo in campo tutti i mezzi di prevenzione necessari. Non servono leggi speciali ma dobbiamo essere pronti a rinunciare ad alcune delle nostre libertà personali, in particolare dal punto di vista della comunicazione. Non è possibile sentirsi sicuri: ma non dobbiamo neanche spaventarci”.