A Montecitorio, da venerdì 4 dicembre a lunedì 14 solo 48 deputati della commissione Bilancio lavorano a pieno regime. Una consuetudine legata ai lavori sulla legge di Stabilità e che non sembra destinata a cambiare
A dicembre ferie record per i deputati italiani, che da venerdì 4 a lunedì 14 sono in vacanza, per una consuetudine legata ai lavori sulla legge di Stabilità. Solo 48 deputati della commissione Bilancio lavorano a pieno regime. È così accade che questo mese le sedute dell’Aula saranno solo 12, perchè dal 23 questa rimarrà chiusa per le feste natalizie. Si tratta di un lungo ponte pre e post-Immacolata, che al netto di festività, dei sabati e delle domeniche, consentirà ai deputati di saltare cinque sedute, pari a oltre cento ore di riposo.
Poco importa delle 29 fumate nere legate all’elezione dei tre giudici della Corte Costituzionale. Nonostante i presidenti di Camera e Senato, Laura Boldrini e Pietro Grasso, abbiano chiesto ai deputati di votare a oltranza, alla fine è stato deciso diversamente. Tra le proteste delle forze politiche di opposizione, che hanno chiesto di evitare una pausa così lunga, anche in virtù dello stallo legato all’elezione dei tre giudici della Consulta.
Il capogruppo di Sinistra Italiana, Arturo Scotto, ricorda che il suo gruppo aveva dato disponibilità per le votazioni in seduta comune sulla Consulta e dice: “Bisognava continuare con il voto a oltranza, quindi convocarsi post sedute della commissione Bilancio. L’abbiamo chiesto e richiesto e ci siamo trovati contro un muro”. Stefano Fassina, ex dem adesso SI, afferma: “In commissione Bilancio si lavora anche nei festivi, ma si poteva decidere qualche voto per la Consulta”.
Il capogruppo del Movimento 5 Stelle, Davide Crippa, si lascia andare ad un sospetto: “Io credo che a favorire queste ferie sia stato il fatto che, poiché non riescono a uscire dallo stallo sui candidati improbabili per la Consulta, aspettano di accordarsi. Questa pausa si doveva evitare”. L’eventualità che la pausa sia legata a una necessità di prendere tempo per accordarsi sui nomi dei giudici della Consulta è sostenuta anche dal senatore di Sinistra Ecologia e Libertà, Dario Stefano. “La maggioranza – ha dichiarato Stefano – ha la necessità di giustificare l’intesa che non c’è sulla Consulta”. Dalla maggioranza rispondono che i 10 giorni di ferie sono una “prassi”. Che per il momento non sembra destinata a cambiare.