Martedì inizia la discussione delle pregiudiziali di costituzionalità. Il primo voto potrebbe arrivare martedì 9 febbraio
Roma, 1 febbraio – Ormai ci siamo. Domani il ddl Cirinnà sulle unioni civili e le adozioni per le coppie omosessuali affronterà per la prima volta l’aula del Senato. La tenuta della maggioranza sarà subito messa alla prova sulla discussione delle pregiudiziali di costituzionalità e sulle richieste di rinvio del testo in commissione. Se il testo non tornerà in commissione, il primo voto potrebbe arrivare martedì 9 febbraio.
Dopo il Family Day potrebbero aumentare le voci dei senatori che chiedono una revisione integrale del provvedimento. Per la revisione si è schierata Area Popolare, che ha chiesto lo stralcio dell’articolo 5 sulle adozioni. “Siamo contrari – ha detto il ministro dell’Interno Angelino Alfano – alla equiparazione tra unioni civili e matrimonio, perché sappiamo che sarebbe la strada che subito verrebbe seguita per consentire l’adozione di bambini da parte di coppie dello stesso sesso. E ciò aprirebbe la strada all’utero in affitto”.
Il Partito Democratico, che ha lasciato libertà di coscienza ai propri parlamentari, sembrerebbe aperto solo a poche e piccole modifiche. Modiche che, come ha spiegato il capogruppo in Senato, Luigi Zanda, non devono “stravolgere il testo”. Lo stesso Zanda è chiamato a una mediazione con l’area cattolica del Pd, che è contraria alla stepchild adoption: la norma che consentirebbe al componente di una coppia dello stesso sesso, che dà vita a una “unione civile”, di poter adottare il figlio del partner.
Voteranno contro il testo della senatrice Pd Monica Cirinnà anche Forza Italia, Lega Nord e Fratelli d’Italia, seppur con qualche eccezione. È notizia di queste ore che Fi crede in un accordo segreto tra il Partito Democratico e il Movimento 5 Stelle per l’approvazione del testo senza modifiche sostanziali e con stepchild adoption. Una indiscrezione della responsabile comunicazione di Fi, Deborah Bergamini, che ha affermato: “Si fanno sempre più insistenti le voci di un accordo già siglato tra Pd e M5S per l’approvazione del ddl Cirinnà senza modifiche sostanziali e con la tanto discussa stepchild adoption. Ciò sancirebbe la nascita di una nuova maggioranza di Governo con le evidenti conseguenze politiche tra le quali l’irrilevanza dei transfughi del centrodestra ora approdati a sinistra. A quel punto – ha concluso – scopriremo se per i centristi sarà più forte l’attaccamento ai valori o quello alle poltrone ministeriali”.
Il Movimento 5 Stelle non ha voluto commentare la manifestazione del Family Day per non scoprire le proprie carte. I pentastellati hanno annunciato il voto favorevole al ddl ma pretendono che non vi siano cambiamenti sostanziali rispetto al testo attuale. Anche Sel ha annunciato il voto favorevole al testo.
A partire da domani per Matteo Renzi saranno sette giorni di fuoco. Giorni in cui quest’ultimo dovrà decidere se ascoltare l’organizzatore del Family Day, Massimo Gandolfini, che rivolgendosi al presidente del Consiglio, ha detto: “Faccio appello alla coscienza cattolica di Renzi, che penso sia una persona intelligente, con un grande fiuto politico. Quel ddl va bloccato”. Una risposta implicita è arrivata da Ettore Rosato, capogruppo Pd alla Camera: “Grande rispetto per la piazza ma grande consapevolezza del ruolo del Parlamento. Faremo una buona legge, con il rispetto dei diritti di tutti”.