I dati diffusi nell’audizione alla Camera sul ddl Poverà
1 milione 470mila famiglie, nel 2014, residenti in Italia sono in condizione di povertà assoluta ovvero 4 milioni e 102mila individui (6,8% della popolazione). I dati sono stati diffusi dall’Istat durante un’audizione del ddl Povertà alla Camera.
Il fenomeno appare più diffuso tra le famiglie del Mezzogiorno, dove vi sono circa 704 mila famiglie (l’8,6%) in condizioni di povertà, pari a 1,9 milioni di individui poveri. Si osservano livelli assoluti di povertà nelle famiglie con cinque e più componenti (16,4%), sopratutto se coppie con tre o più figli (16%), e per le famiglie con membri aggregati (11,5%); aumenta l’incidenza in famiglie con almeno tre figli minori e scende nelle famiglie di e con anziani (4%). Con l’aumento del titolo di studio della persona di riferimento, l’incidenza di povertà assoluta diminuisce. Le famiglie con a capo imprenditori, liberi professionisti o dirigenti, la povertà assoluta colpisce in modo marginale (2%), sale al 9,7% tra le famiglie di operai.
Rispetto alle famiglie composte da soli italiani, la povertà assoluta sembra aumentare tra le famiglie con stranieri. Al Nord e al Centro la povertà tra le famiglie di stranieri è stimata di oltre 6 volte superiore a quella delle famiglie di italiani, mentre nelle famiglie del Mezzogiorno è tripla.
Il numero di minori poveri assoluti è quasi raddoppiato rispetto al 2011 (523mila) e triplo rispetto a quello del 2008 (375 mila); nonostante l’assegno per il nucleo familiare venga erogato a oltre 230mila famiglie con tre o più figli minori, il 18,6% di queste famiglie continua ad essere in povertà assoluta, per un totale di 375 mila minori.
Oltre 50mila persone senza dimora che, nei mesi di novembre e dicembre del 2014, hanno utilizzo un servizio di mensa o accoglienza notturna nei 158 comuni italiani. Oltre metà delle persone senza dimora vive nel Nord (56%). Rispetto al 2011 si osserva una diminuzione dei senza dimora nel Nord-est (dal 19,7% al 18%), mentre aumenta al Sud (dall’8,7% all’11,1%). Sono per lo più di uomini (85,7%), stranieri (58,2%), con meno di 54 anni (75,8%), con bassa scolarizzazione.