Probabile donna italiana tra le vittime, si tratterebbe di Patricia Rizzo scomparsa dopo l’attentato a Malbeek
Il bilancio ufficiale delle vittime agli attacchi di martedì a Bruxelles continua a salire e secondo il ministro della Sanità belga, Maggie De Block, il bollettino di sangue è di 32 morti e 300 feriti, di cui 61 in terapia intensiva. Tra i morti sono stati identificati, per ora, solo tre italiani. Attualmente i familiari di una delle vittime, una donna italiana, è assistita dall’ambasciata italiana in Belgio in attesa della fase di identificazione. “E’ in corso la fase di riconoscimento – ha aggiunto Maurizio Lupi, capogruppo di Ap – i familiari sono con il console a Bruxelles. Era una donna che prendeva la metropolitana quotidianamente ma la violenza dell’esplosione nella metro ha reso le vittime irriconoscibili”. Sui social, i familiari della donna lanciano appelli sperando di ritrovarla viva: “Cari tutti – si legge nel post – siamo sempre senza notizie di mia cugina Patricia Rizzo scomparsa dopo l’attentato a Malbeek” e “Non sappiamo ancora se è all’ospedale di Neder. Forza incrociamo le dita e crediamoci. Attendiamo”.
Due sono state le esplosioni che hanno colpito l’aeroporto di Bruxelles poco prima delle 8: la prima bomba è esplosa nei pressi di dei banchi accettazione delle compagnie aeree mentre la seconda ha distrutto completamente la zona di collegamento tra i banchi check-in e i controlli di sicurezza. Non hanno avuto neanche il tempo di far luce sulla situazione che subito un’altra esplosione, verso le 9.11, ha sparso il terrore nella metropolitana alla fermata di Maalbeek. A questo punto lo stato di allerta del Paese è salito a livello 4, il massimo, e tutti i mezzi pubblici e stazioni sono stati chiusi.
Sono quattro i terroristi coinvolti negli attentati a Bruxelles: tre sono morti da kamikaze, il quarto – l’uomo con il cappello nella foto diffusa dalla polizia – è in fuga. Le indagini svolte dagli inquirenti hanno portato all’identificazione di tre sospetti grazie ad un’immagine proveniente dalle telecamere dell’aeroporto. Dei tre kamikaze, solo due sono stati identificati. Si tratta dei fratelli Bakraoui: Ibrahim, che si è fatto esplodere all’aeroporto Zaventem, e Khalid, che invece si è ucciso nella metropolitana a Maelbeek. Nella foto diffusa è possibile vedere due uomini con un guanto alla mano sinistra, probabilmente è dove nascondevano l’ordigno, e un terzo uomo con il cappello in testa. I due uomini che si sono fatti saltare in aria erano fratelli: Khalid e Ibrahim El Bakraoui, erano già conosciuti dalla polizia non come terroristi ma con un basso profilo criminale. Il terzo uomo è Najim Laachroui, 25enne, nato in Marocco e cresciuto nel quartiere di Schaerbeek, che si è fatto saltare in aria all’aeroporto di Zavantem. Il tassista che li portò all’aeroporto ha poi segnalato il luogo da cui li avevi presi, il loro appartamento è stato perquisito dalla polizia dove hanno ritrovato prodotti chimici, una bomba a chiodi e una bandiera nera dell’Isis. Nel covo dei terroristi sarebbe stato trovato un pc contenente un testamento audio nel quale i due fratelli kamikaze Khalid e Ibrahim Bakraoui annunciano di voler agire “per vendicare l’arresto di Salah Abdeslam, uno degli attentatori di Parigi.
Gli attacchi – secondo l’emittente Vtm – di Bruxelles erano pianificati per il giorno di Pasquetta. Ed ora si scopre che il vero obiettivo erano le centrali nucleari belghe, ma l’arresto di Salah Abdeslam, uno degli attentatori di Parigi, avrebbe dato un’accelerazione all’azione terroristica. Ad sostenere questa ipotesi è il quotidiano belga La Derniere Heure, secondo cui i due fratelli Ibrahim e Khalid El Bakraoui avevano recuperato una telecamera nascosta davanti alla casa del direttore del programma di ricerca e sviluppo nucleare. E questo sarebbe il collegamento tra Francia, Belgio e Siria nella pianificazione delle stragi.