Per Bergoglio non c’è un via libera ai divorziati, ma dal momento che le situazioni sono diverse, non viene esclusa la possibilità di accesso ai sacramenti per chi non sia in “colpa grave”
Roma, 8 aprile – Le tre parole chiave dell’esortazione apostolica firmata il 19 marzo e pubblicata ieri “Amoris Laetitia”, sono “accompagnare”, “discernere” e “integrare” chi vive in situazioni di irregolarità. Con queste parole, Papa Francesco tira le somme sui due Sinodi dei vescovi, riunitisi nell’ottobre 2014 e 2015, dedicati alla famiglia e alle nuove sfide.
Il Papa scrive a riguardo delle situazioni irregolari – “La Chiesa possiede una solida riflessione circa i condizionamenti e le circostanze attenuanti. Per questo non è più possibile dire che tutti coloro che si trovano in qualche situazione cosiddetta ‘irregolare’ vivano in stato di peccato mortale, privi della grazia santificante”. Ed aggiunge in una nota: “Nemmeno per quanto riguarda la disciplina sacramentale, dal momento che il discernimento può riconoscere che in una situazione particolare non c’è colpa grave”.
Il Papa, avverte, che nell’esortazione non c’è una “nuova normativa generale di tipo canonico applicabile a tutti i casi. È possibile soltanto un nuovo incoraggiamento ad un responsabile discernimento personale e pastorale dei casi particolari, che dovrebbe riconoscere che, poiché il grado di responsabilità non è uguale in tutti i casi, le conseguenze o gli effetti di una norma non necessariamente devono essere sempre gli stessi.
LA SEPARAZIONE MORALMENTE NECESSARIA – Ci sono casi in cui la separazione “può diventare persino moralmente necessaria”, scrive Papa Francesco. “In alcuni casi la considerazione della propria dignità e del bene dei figli impone di porre un limita fermo alle pretese eccessive dell’altro, a una grande ingiustizia, alla violenza o a una mancanza di rispetto diventa cronica. Bisogna riconoscere che ci sono casi in cui la separazione e è inevitabile”.
Bergoglio aggiunge – “A volte può diventare persino moralmente necessaria, quando appunto si tratta di sottrarre il coniuge più debole o i figli più piccoli alle ferite più gravi causate dalla prepotenza e dalla violenza, dall’avvilimento e dallo sfruttamento, dall’estraneità e dall’indifferenza”.
SESSUALITÀ – Bergoglio esalta la dimensione erotica dell’amore coniugale. Evidenzia che “in nessun modo possiamo intendere” il sesso nella coppia “come un male permesso o come un peso da sopportare per il bene della famiglia; la sessualità è un regalo meraviglioso di Dio per le sue creature che abbellire l’incontro tra gli sposi”.
DIVIETI CHE SI POSSONO SUPERARE – Accogliendo le considerazioni di molti Padri sinodo, il Papa, invita poi a vedere quali divieti si possono superare nei confronti di divorziati e risposati. Tra i vedi, oltre alla comunione, c’è il divieto di fare da padrino, il ministro dell’eucaristia, il catechista. Il Papa scrive – “Accolgo le considerazioni di moti Padri sindaci, i quali hanno voluto affermare che i battezzati che sono divorziati e risposati civilmente devono essere più integrati nelle comunità cristiane nei diversi modi possibili, evitando ogni occasione di scandalo.
“La logica dell’integrazione è la chiave del loro accompagnamento pastorale perché non soltanto sappiano che appartengono al Corpo di Cristo che è la chiesa, ma ne possano avere una gioiosa e feconda esperienza”. Spiega Bergoglio – “Sono battezzati, sono fratelli e sorelle, lo spirito santo riserva in loro doni e carismi per il bene di tutti. La loro partecipazione può esprimersi in diversi servizi ecclesiali, occorre perciò discernere dalle diverse forme di esclusione attualmente praticate in ambito liturgico, pastorale, educativo e istituzionale”.
NO ALLE NOZZE OMOSESSUALI – Bergoglio ribadisce la posizione della Chiesa e del Sinodo sulle unioni omosessuali. “Con i Padri Sinodali ho preso in considerazione la situazione delle famiglie che vivono l’esperienza di avere al loro interno persone con tendenze omosessuale, esperienza non facile né per i genitori né per i figli”. Su questo punto il Papa scrive: “Desidero ribadire che ogni persona, indipendentemente dal proprio orientamento sessualità, va rispettata nella sua dignità e accolta con rispetto”.