In queste ore verranno diffusi i nomi dei 24 consiglieri che siederanno nell’Assemblea della città metropolitana, questa la dichiarazione di Gianvincenzo Nicodemo, presidente delle Acli metropolitane di Napoli
Napoli, 10 ottobre – “La Città metropolitana – commenta Gianvincenzo Nicodemo, presidente delle Acli metropolitane di Napoli – è un ente importante quanto sconosciuto”. Il presidente delle Acli metropolitane sottolinea infatti che “quella della città metropolitana è una grande opportunità: potrebbe diventare veramente uno spazio di programmazione di area vasta con una ricaduta positiva non solo sulla qualità dei servizi pubblici, ma anche sulla stessa economia di un territorio che è relativamente piccolo ma che raccoglie più della metà della intera Regione”.
La Città metropolitana di Napoli è infatti una delle tre città metropolitane d’Italia con più di tre milioni di abitanti e pertanto ha la possibilità di eleggere direttamente Sindaco e Consiglio metropolitano. Eppure, continua Nicodemo, il processo attuativo della Legge Delrio è ancora al palo: manca da parte del Consiglio metropolitano l’attuazione della previsione statutaria delle aree omogenee in cui la città metropolitana sarà divisa. E manca – il sindaco de Magistris si era impegnato con noi su questo tema in campagna elettorale, e noi siamo in attesa – l’attribuzione di una autonomia amministrativa e finanziaria alle municipalità, premessa per passare ad un sistema di elezione diretta. Come se non bastasse, senza una legge elettorale non possono tenersi le elezioni dirette della Città metropolitana e la legge elettorale deve essere approvata dal Parlamento”. Il processo di potenziamento di questa importante opportunità istituzionale, “è ancora nebuloso e tutto da inventare. Ma riteniamo anche – conclude la nota – che sia necessario non consentire di fare della Città metropolitana l’ennesima occasione mancata, l’ennesima opportunità di modernizzazione e di miglioramento della vita dei cittadini dell’area metropolitana partenopea sacrificata sull’altare di una politica che non decide”.