L'”insalata mista”, ricca di insulti, volgarità, spiate, corna, sessismo, omofobia, razzismo, gossip, intrusioni di hacker, è servita
Sulla tavola degli americani e del mondo il piatto del menu fisso è stato per l’allucinante durata di troppi mesi l’“insalata mista” ricca di insulti, volgarità, spiate, corna, sessismo, omofobia, razzismo, gossip, intrusioni di hacker delle due sponde, furibondi botta e risposta di fanatici ultra pro Trump ed esaltati tifosi della Clinton.
Liberarsene è certamente un sollievo che sottrae l’opinione pubblica degli States e dell’intera umanità al supplizio di titoli, editoriali, dossier, che hanno saturato come invasioni barbariche il mondo dei media.
Vista da altra angolazione la fine della competizione per succedere a Barak Obama apre scenari preoccupanti. Qualcuno, interprete di sentimenti diffusi, si è chiesto con legittimo smarrimento se è accettabile che il Paese più potente del mondo esprima per il suo vertice due soggetti impresentabili che con opportune sfumature di grigio si chiamano Trump e Clinton.
Per il bene dell’umanità l’auspicio è che gli americani, popolo politicamente scadente, dicano comunque sì alla Hillary, ma turandosi il naso. Basta riflettere sugli “amici” internazionali di Trump: il dittatore turco Erdogan, l’anti USA Putin, la destra italiana e francese, la Cina, in competizione economica e commerciale con gli Stati Uniti.
Tarato a dovere il confronto, è come se il dopo Renzi vedesse competere per la Presidenza del Consiglio il truce Salvini e il clownesco Scilipoti.