C’è del vero nel je accuse di De Bortoli alla Boschi?
Nel suo libro scrive che la sottosegretaria alla presidenza del Consiglio dei ministri avrebbe fatto pressioni sulla banca Unicredit perché acquisisse l’Etruria, in crisi finanziaria. Dicesse il vero, la posizione dell’esponente Pd, figlia di un dirigente della banca in difficoltà, diventerebbe incompatibile con il suo ruolo istituzionale.
In attesa di capirne di più, i dem la difendono compatti, Forza Itaia Italia si conferma garantista, il resto delle opposizioni e i pentastellati chiedono che si dimetta e il pd pretende che si scusino. Un nuovo pasticcio all’italiana. Un punto sul cartellino dei giudici a favore del M5Stelle? Forse, ma compensato a vantaggio del pd da un paio di ganci al mento.
Uno, seppure avvelenato da vecchio rancore, lo sferra l’ex assessora Muraro, estromessa dalla giunta Raggi. “Chi siede in Campidoglio è incompetente. Era noto da tempo l’incombere dell’emergenza rifiuti, non hanno fatto niente. Classe dirigente improvvisata, non conosce la città. Dove sono finiti i 150 milioni ricevuti per aumentare la percentuale di raccolta differenziata?”
Altri colpi al mento dei pentastellati arrivano dalla Sicilia, dopo lo scandalo delle firme false (tredici indagati) sulle liste delle candidature. Ugo Forello, pietra del nuovo scandalo, è il candidato del movimento a sindaco di Palermo, non di un paesino sulle pendici dell’Etna. Nella registrazione di un colloquio, Cottone, staff della comunicazione 5Stelle, parla con Nuti (firme false, in Sicilia) di parcelle intascate da Forello e da studi legali “amici” per la difesa di imprenditori taglieggiati e di rimborsi per Addiopizzo, fondato dal candidato a sindaco, gestiti in modo poco trasparente. Nuti ha consegnato ai magistrati la registrazione dell’incontro, pubblicato su Facebook. Sull’episodio cala un greve silenzio del “comico genovese”. Come recita il famoso detto “chi è senza peccato, scagli la prima pietra” ma nessun sasso vola nell’aria.