Il lido di Chioggia, “Zona antidemocratica e a regime. Non rompete i c…”
Quando si sveglierà da un comodo quanto colpevole torpore l’anima democratica che in settant’anni ha tenuto a bada rigurgiti neo fascisti e tentativi di golpe, la massoneria eversiva di Licio Gelli? Intorno a nostalgie del ventennio truccate, quali sono Fratelli d’Italia e leghisti, proliferano gruppi apertamente apologetici del regime e sono violenti, razzisti, omofobi, revancisti.
L’Italia assiste con incomprensibile inerzia e il fenomeno assume dimensioni preoccupanti. Ultimo capitolo della illegittima tolleranza del Paese è sotto gli occhi di tutti a Chioggia, dove una spiaggia, gestita da tale Gianni Scarpa, veneto, è fascista nell’accezione più indecente del termine, già dal cartello di “benvenuto”.
Eccolo: “Zona antidemocratica e a regime. Non rompete i c…”. Dappertutto campeggiano scritte sessiste, inni al Duce e al ventennio, cartelli che ammoniscono “difendere la proprietà sparando a vista ad altezza d’uomo, se non ti piace me ne frego”, minacce di manganellate. Nell’ufficio del titolare un mare di gadget mussoliniani, cabine con la scritta “camera a gas” e dappertutto foto del Duce, perfino l’immagine di un bambino che invita “nonno Benito” a tornare in vita. Scarpa usa a intervalli il megafono per comizi contro la democrazia (“mi fa schifo”), contro papa Francesco, i tossici da sterminare, conditi da me “ne frego” a ripetizione e poi “sapete che sono per lo sterminio dei drogati”.
Questo luogo sfacciatamente disseminato di reati di apologia fascista è Italia, l’Italia che dovrebbe vietarla, perché reato, ma che se ne sta lì, a sfidare impunemente la legge. E i magistrati del luogo, la polizia, i partiti della sinistra? Stanno a guardare.
FOTO: tratta da Repubblica.it