2000 ragazzi per un ritratto dei nativi digitali che sfata i luoghi comuni: i giovani preferiscono la relazione diretta ai social, i libri ai video, la televisione allo smartphone. Sfruttano la musica e le serie tv come terapia (ma meglio se in compagnia) e sul futuro hanno le idee chiare: no al posto fisso, sì alla libera professione
Snobbano il posto fisso, vogliono diventare imprenditori, identificano negli spazi disponibili più che nei tutor una risorsa indispensabile per allenare la creatività e preferiscono apprendere nozioni dai vecchi libri di carta più che dai contemporanei video-tutorial. Identikit dei nativi digitali secondo Giffoni Big Data, report nato dalla collaborazione tra Giffoni Innovation Hub, creative agency che progetta e realizza strategie, format e eventi nel mondo dell’innovazione per i giovani, e DeRev, l’azienda italiana specializzata in strategie digitali e comunicazione sui social media. Il lancio dell’indagine ha dato il via agli eventi della rassegna Next Generation 2017, in programma dal 14 al 22 luglio a Giffoni Valle Piana (SA) nell’ambito del Giffoni Experience.
Con 20 quesiti a risposta multipla tra percentuali e punteggi, l’analisi ha coinvolto 1836 adolescenti italiani in totale, divisi in fasce di età nel range 10-22 anni, tutti giurati del principale festival del panorama internazionale dedicato al cinema per ragazzi. Tre le aree esaminate: necessità formative per realizzare le aspirazioni professionali, familiarità con la dimensione “social” e modalità di fruizione dei prodotti culturali. La maggioranza del campione crede nel supporto di scuola (7105 punti) e famiglia (6751 punti) per concretizzare i propri sogni a dispetto dell’aiuto degli amici (5608 punti) con una netta preferenza per l’esperienza pratica (6967) e la lettura dei libri, al secondo posto tra i modi di apprendimento favoriti. Altra sorpresa, la condivisione e la discussione delle proprie passioni è importante ma, in questo ambito, la tecnologia e la connessione virtuale cedono il passo alla relazione personale: in assoluto i giovani optano per il confronto con i coetanei dal vivo (7249 punti) piuttosto che via social (2781 punti).
“Giffoni Big Data – spiega Orazio Maria Di Martino, Coo e co-founder di Giffoni Innovation Hub – ribalta molti dei luoghi comuni che definiscono i giovani, ecco perché dar loro voce costituisce la strategia primaria per capire davvero chi sono e cosa vogliono oggi. Giffoni Big Data è al servizio di questa ambizione e trasforma Giffoni in una piattaforma di produzione di enormi quantità di dati per decifrare l’attualità delle nuove generazioni attraverso una platea ampia – il festival oggi arriva a quota 4500 giurati – e sondabile su tematiche illimitate per letture che potranno essere messe a disposizione di istituzioni, imprese, università. In questa prima indagine abbiamo approfondito, in particolare, la ricezione dei prodotti e contenuti culturali in relazione ai social network e alle tecnologie in sintonia con le grandi sfide che animeranno l’Europa nel 2018, istituito anno del Patrimonio Culturale dalla Commissione Europea”.
Emerge il profilo di una generazione decisamente intraprendente: “Ambisce al lavoro dipendente e senza grosse responsabilità solo l’8,27 per cento degli intervistati – precisa Di Martino – contro il 52 per cento che spera di affermarsi nella libera professione per gestire il lavoro secondo scelte e tempi autonomi”. Risultano pragmatici senza però rinunciare ai sentimenti. “Per inseguire un sogno – sottolinea il co-founder di Giffoni Hub – non sono disposti a fare rinunce sul piano dei rapporti personali (4181 punti) e degli affetti familiari (3426 punti) ma non temono di sacrificare tempo libero (7107 punti) e soldi (5826 punti). Riconoscono alle tecnologie un ruolo fondamentale o importante (58 per cento) per ottenere i propri obiettivi e ritengono (oltre il 90 per cento) di avere competenze altamente competitive verso l’uso degli strumenti tech”. Anche sul piano dei social network e delle app utilizzate crollano diversi stereotipi. Le preferenze d’uso nei principali canali social e app individuano nei sistemi di messaggistica diretta il mezzo essenziale per la comunicazione interpersonale con Whatsapp (8181 punti) a surclassare colossi come Facebook (5040 punti), Instagram (5660 punti) e Twitter (1852 punti) mentre se la cava decisamente meglio Youtube (7225). “Interessante – commenta Di Martino – la modalità di fruizione dei social: solo una ristretta cerchia è molto attiva (3,75 per cento), ossia pubblica contenuti tutti i giorni e più volte al giorno, mentre oltre il 46 per cento si dichiara semplice spettatore di quel che postano gli altri, presenza che emerge attraverso like, reazioni e condivisioni dei post (5920 punti) piuttosto che pubblicando video. Dato che scalfisce la grande rilevanza attribuita al linguaggio audiovisivo tra i giovani. In ogni caso è la fotografia a uscire vincitrice, i ragazzi la preferiscono di gran lunga (7122 punti) agli status di solo testo (3998 punti)”.