Il governatore della Campania, dai microfoni di Lira TV, ha criticato duramente i consiglieri regionali M5s per quanto successo durante il Consiglio regionale di lunedì 24 luglio
Napoli, 28 luglio – “Si chiama squadrismo quello dei Cinque Stelle, durante il Consiglio regionale di lunedì scorso”. Lo ha detto il presidente della Regione Campania, Vincenzo De Luca, parlando della protesta inscenata dai Consiglieri regionali 5 Stelle in Consiglio regionale lo scorso lunedì. “Gente che impediva ai colleghi di parlare. Sono andati verso i banchi della Presidenza e della Giunta, hanno gettato cose, siamo a livelli di indecenza”, ha aggiunto.
Sul taglio degli stipendi dei consiglieri regionali, De Luca ha detto: “A gennaio scorso abbiamo approvato una legge bellissima, composta da un solo articolo. Prevede di che tutti i consiglieri regionali che vogliono rinunciare in tutto o in parte a indennità o vitalizio, devono andare dal presidente del Consiglio e comunicarlo per iscritto. Ho offerto un’occasione ai grilini per coprirsi di gloria: non uno di loro si è presentato. Sono squadristi e cialtroni”.
De Luca ha poi attaccato il vicepresidente della Camera dei Deputati, Luigi Di Maio. “Ha fatto scacco matto alla decenza, con 13mila euro netti al mese deve stare solo zitto”, ha affermato De Luca. “Questo soggetto si candida a presidente del Consiglio dei ministri – ha aggiunto De Luca – ed ha avuto l’ardire di dichiarare, rivolto al Pd: ‘Vi abbiamo sconfitti, vi abbiamo fatto scacco mattò. Parlava come un premio Nobel”. “Dopo lo scacco matto alla geografia, alla storia, alla grammatica e alla sintassi – ha proseguito De Luca – con il dibattito di ieri Di Maio ha dato scacco matto alla decenza”. “Ieri è entrato di prepotenza nella mia casa disturbandomi la cena ed ho sentito uno spezzone del suo intervento – ha concluso De Luca – ma se domani mattina non fa il parlamentare, come campa? Non ha mai lavorato, non ha un mestiere”. “Ma in quale Paese decente del mondo – si chiede De Luca – uno con 13mila euro netti, senza arte né parte, si può permettere di parlare così?”.
“Sono disgustato dal livello di demagogia, ipocrisia, cialtroneri”, ha detto De Luca in merito al dibattito parlamentare sui vitalizi. “Ad oggi i vitalizi non ci sono, non esistono più: erano un riconoscimento che si dava ai parlamentari, anche per una sola legislatura, a prescindere da età e contributi, era un regalo”. “Ora c’è sistema contributivo – ha sottolineato – la cosa che hanno deciso non cancella la pensione contributiva che scatta a 65 anni, per qualcuno ridotta e per altri aumentata”.
“Ho appena ascoltato le parole pronunciate da De Luca nel consueto show nella sua Lira TV. Ha raccontato un mare di bugie”, ha affermato la Capogruppo 5 Stelle, Valeria Ciarambino. “Ci chiama squadristi perché, nel corso dell’ultimo Consiglio regionale del 24 luglio, abbiamo portato in Aula la mozione con cui chiedevamo a tutto il Consiglio di concentrarsi a lavorare sul tema della Terra dei Fuochi, dei roghi tossici”. “Lo squadrismo a cui De Luca fa riferimento – ha sottolineato Ciarambino – è aver esposto uno striscione e aver protestato davanti all’indifferenza sorda di questa politica regionale nei riguardi dei bisogni vitali dei cittadini campani”. “Se urlare dentro il Consiglio e battere i pugni sul tavolo vuol dire essere squadristi, allora ne andiamo fieri. Lui è il l’unico vero squadrista che reprime il dissenso e ha bisogno di fare i suoi comizi da una televisione che va ad ‘occupare militarmente’ come fosse uno spazio suo”.
“Abbiamo fatto un esposto mettendo nero su bianco l’elenco delle sue responsabilità, per la mancata prevenzione e programmazione, che ha determinato la devastazione del 70% del Parco nazionale del Vesuvio e di migliaia di ettari di bosco in Campania: abbiamo perso per sempre un patrimonio naturalistico straordinario, oltre ad avere subito danni alla salute”, ha proseguito Ciarambino, riferendosi alla denuncia che il consiglieri M5s hanno presentato in Procura a Napoli (vai all’articolo). Per quanto riguarda il taglio degli stipendi “da quando siamo entrati qui dentro abbiamo rinunciato, solo in Campania, a 406mila euro dei nostri stipendi. 106mila euro – ha detto – sono stati già utilizzati per l’istituto alluvionato Rampone di Benevento”.
Il provvedimento che cita De Luca “è una pagliacciata”, perché “non c’è bisogno di una legge per rinunciare volontariamente ai propri stipendi”. “La legge di De Luca prevede che il taglio degli stipendi dovrebbe andare a finire su un fondo gestito dalla fantastica Giunta De Luca. Noi dovremmo mettere i soldi derivanti dal taglio volontario degli stipendi, nelle mani di De Luca e della sua Giunta per fargli fare le pessime politiche sociali che lui fa. Noi quei soldi nelle mani di De Luca non li mettiamo e decidiamo di usarli per fare cose che siano veramente utili”, ha concluso Ciarambino.