Contestazioni degli antagonisti, inondato di salsa di pomodoro la banchina olimpica del porto e un tratto di mare: “è sangue dei migranti fatti morire in mare”
Ischia, 19 ottobre – Un’alleanza tra le grandi democrazie da un lato e i big della rete – da Microsoft a Google, da Facebook a Twitter – dall’altro, per bloccare la minaccia jihadista che sfrutta internet per raccogliere proseliti e fare propaganda. E’ un obiettivo ambizioso quello che l’Italia ha inserito al primo punto dell’agenda della riunione dei ministri dell’Interno del G7 in programma da oggi ad Ischia, dove sono attesi anche 200 antagonisti per un corteo che sfilerà lontano dall’area del vertice.
Al tavolo presieduto dal ministro Marco Minniti partecipano, per la prima volta, proprio i colossi del web: dal vicepresidente degli affari europei di Microsoft, John Frank, al capo delle politiche di controterrorismo di Facebook, Brian Fishman, dal capo delle politiche pubbliche e di governo di Twitter, Nick Pickles al vicepresidente delle politiche pubbliche di Google, Nicklas Lundblad.
Non si sono fatte attendere le contestazioni. A Napoli si è svolto un corteo di manifestanti, aderenti a centri sociali e a movimenti antagonisti, da piazza Municipio a Calata Porta di Massa. Un centinaio in tutto gli attivisti che ora, dopo i controlli da parte delle forze dell’ordine, si sono imbarcati su un traghetto per raggiungere l’isola di Ischia. Qui i manifestanti hanno inondato di salsa di pomodoro un piccolo tratto della banchina olimpica del porto e poi l’hanno gettata anche in una zona di mare. Una protesta per denunciare: “questo è il sangue dei migranti che vengono fatti morire in mare“, come ha detto uno dei manifestanti al megafono.