De Magistris: “Lo Stato rafforzi i controlli di polizia, ma il riscatto di Napoli avviene anche con la cultura”

Il sindaco ha commentato il caso del 17enne accoltellato lunedì scorso a Napoli e la paura di molte persone per gli episodi di violenza che si stanno verificando in città

Napoli, 22 dicembre – “Capisco la paura degli studenti e dei genitori ma, come ha detto Piercamillo Davigo, statisticamente la maggior parte dei reati avviene in casa. Questo non vuol dire non avere paura, ma che se saremo sempre di più in strada la paura andrà via”. Lo ha detto il sindaco di Napoli, Luigi de Magistris, commentando il caso del 17enne accoltellato lunedì scorso a Napoli e la paura per gli episodi di violenza che si stanno verificando in città. “Lo Stato deve rafforzare i controlli di polizia, come abbiamo detto tante volte in questi anni. Ma il riscatto di Napoli avviene con la cultura che genera rinascita, economia e lavoro che è la più grande alternativa per chi si è smarrito”, ha sottolineato de Magistris.

“E poi – ha aggiunto il primo cittadino – dobbiamo dare punti di riferimento positivi a cominciare dai talenti dei giovani che sono qui oggi e dalle istituzioni cittadine che sul tema della camorra non sono tentennanti: contro la camorra di strada e contro la borghesia mafiosa e silente che entra nella politica noi siamo schierati h24, ecco perché Napoli vincerà la sfida” .

“Le parole di Arturo che non molla sono le parole di Napoli che non molla, è la città della resistenza, vive momenti difficili ma ci sono le condizioni per superarli. Chi prende un coltello non ama Napoli, chi la ama prende la chitarra”, ha proseguito de Magistris.

Sul corteo antiviolenza che si è tenuto stamane nei vicoli del quartiere Sanità (vai all’articolo), il sindaco ha affermato: “È una risposta bellissima, di migliaia di persone, di un popolo che lotta per rinascere, contro una minoranza che non vuole che questo accada”. “Avevo chiesto la mobilitazione delle coscienze ma oggi c’è stata la mobilitazione dei corpi contro questo problema che non è solo di Napoli, è nazionale, è una crisi di valori e bisogna capire perché a 12-13 anni si impugna un coltello o una rivoltella. Se non lo facciamo subito tra qualche anno la situazione non sarà più controllabile”.

Tutti devono stare sul pezzo: le istituzioni, la scuola, le comunità laiche e le famiglie, i luoghi di lavoro e anche l’informazione che deve raccontare il male ma anche il bene per dare prospettive ai ragazzi che non nascono delinquenti ma lo diventano perché il contesto non li aiuta e perché c’è una narrazione unilaterale. A Napoli c’è il diavolo e il santo, ma stanno aumentando le persone che si prendono cura di Napoli e siccome la rivoluzione non può essere fermata, oggi diciamo che siamo tutti con Arturo e dobbiamo fare in modo che non accada mai più. È una sfida difficile ma la vinceremo”.

Presente al corteo antiviolenza anche il sottosegretario alla Giustizia Gennaro Migliore, che ha affermato: “Dalla vicenda emerge sempre di più una violenza non cieca ma gratuita, che dimostra una contiguità con un comportamento mafioso e camorristico che purtroppo fa parte di un contesto culturale in cui questi bambini sono nati”.

“C’è bisogno di un investimento maggiore sulle scuole, l’ho detto anche al governo di cui faccio parte – ha spiegato Migliore –. Servono strumenti di prevenzione adatti, per molto tempo solo le parrocchie si sono occupate di quello che facevano i ragazzi dopo la scuola. Ora – ha concluso – ci vuole un investimento specifico non solo per prolungare la permanenza a scuola ma anche per intervenire sulla povertà morale ed educativa dei giovani, che in questo territorio devono avere altre opportunità”.

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