Docenti precari, “i 400 euro del Fit un insulto ai lavoratori”

L’assemblea “La Buona Scuola dei Lavoratori” organizzata domenica 14 gennaio a Milano dall’Associazione Nazionale Docenti per i Diritti dei Lavoratori

Napoli, 19 gennaio – “E’ stata come un’assemblea di ‘fabbrica’, quella organizzata domenica 14 gennaio a Milano dall’Associazione Nazionale Docenti per i Diritti dei Lavoratori – così in una nota il presidente Pasquale Vespa – molto partecipata e ricca di interventi. Erano presenti le delegazioni provinciali del Nord Italia dell’Associazione e come ospite, ad accettare il serrato confronto con i precari, il senatore Mario Pittoni”.

L’occasione per parlare, ancora una volta, della necessità di valorizzare l’esperienza acquisita dietro una cattedra da migliaia di docenti precari, ai quali, in questi anni è stata preclusa la possibilità di abilitarsi e di partecipare al concorso 2016 ed ora al concorso semplificato per soli titoli e servizio, con un orale non selettivo, come previsto dalla L. 107/15 e decreti delegati.

“E’ necessario istituire un doppio canale di abilitazione se si vuole dare un senso al permanere della Terza Fascia delle GI che ogni anno, da anni, salva la faccia al Ministero della Pubblica Istruzione consentendo il corretto funzionamento della Scuola pubblica”.

“Occorre pensare di abilitare chi ha almeno tre anni di esperienza sul campo e chi in futuro raggiungerà questo traguardo formativo. Lo si chiami PAS o corso-concorso abilitante per titoli e servizio, ma si dia una risposta seria a chi oggi non è né uno studente né un neolaureato, bensì un lavoratore precario con anni di esperienza!” questa la linea dell’Associazione Nazionale Docenti per i Diritti dei Lavoratori.

Una strada, quello del Pas, fortemente sostenuta dal senatore Pittoni, sia nel primo ciclo che oggi. L’Assemblea di Milano dal titolo evocativo “La buona scuola dei Lavoratori” è stata anche l’occasione per il senatore di presentare pubblicamente la proposta di legge necessaria a fermare quella scelta scellerata del Governo di impedire ai precari di continuare a lavorare dopo 36 mesi di servizio su posto vacante.

“Stop alla regola per cui dopo 36 mesi da insegnante precario, senza assunzione definitiva, ti lasciano a casa. Domenica scorsa a Milano, a un convegno dell’Associazione nazionale docenti per i diritti dei lavoratori (rappresenta gli insegnanti in attesa di potersi abilitare), abbiamo presentato in anteprima la bozza dell’intervento legislativo (che ribalta l’interpretazione data dal Pd a una direttiva europea) con cui sostituiremo il famigerato comma 131 della Buona scuola, il quale stabilisce che “i contratti di lavoro a tempo determinato… non possono superare la durata complessiva di trentasei mesi, anche non continuativi”, negando a chi nel frattempo non ha ottenuto un contratto a tempo indeterminato la possibilità di proseguire nella carriera, pur avendo maturato anni di esperienza che a questo punto rischia di andare dispersa. Vogliamo restituire il sonno a decine di migliaia di precari che dal 2015 vivono un vero e proprio incubo”.

“Per i docenti non abilitati – aggiunge Pittoni – intendiamo poi riattivare i Pas (percorsi abilitanti speciali). Molti sono stati esclusi dal primo ciclo per pochi giorni o addirittura per un’interpretazione non omogenea a livello nazionale in merito agli anni di servizio maturati su più classi di concorso: addirittura sono stati esclusi insegnanti perché, dei tre anni richiesti, uno era maturato anche su classi di concorso diverse, pure se a cascata e quindi assolutamente corrispondenti. Alcuni Uffici scolastici regionali hanno ritenuto di negare loro l’accesso ai percorsi abilitanti. Oggi – conclude Pittoni – anche questi insegnanti hanno sicuramente maturato i requisiti e devono potersi abilitare”.

“Questo è quanto si legge in un comunicato stampa del senatore Pittoni a seguito della sua partecipazione alla nostra assemblea, finalmente una voce autorevole che risponde alle esigenze vere poste dall’Associazione”, commenta il professor Vespa, che lancia ancora una volta l’esortazione all’unità della categoria. “Purtroppo va di moda la guerra fra poveri che fa il gioco dei politicanti. Si distrugge la scuola e si fa lo stesso disgregando il corpo docente: questo conflitto non migliora la condizione di nessuno, anzi, peggiora la situazione di tutti. La scuola non ha bisogno di queste disarmonie, ma di risorse, impegno e valorizzazione delle risorse umane”. “Noi diciamo che chi ha lavorato e lavora come precario, va assunto. In qualunque graduatoria si trovi a partire dalle cdc esaurite. Se in terza fascia, preventivamente abilitato con la stessa opportunità di chi nel 2013 ha avuto la possibilità di farlo con un PAS”.

“Così come siamo decisamente contrari – conclude il professor Vespa – al percorso FIT ed ai 24 CFU a pagamento. Trattare un lavoratore con pluriennale esperienza, pagandolo con una mancetta di 400 euro netti è un insulto ai lavoratori precari ed un attacco alla sopravvivenza di migliaia di famiglie che si basano su uno stipendio, seppur precario. Questa riforma del reclutamento è una bomba sociale ad orologeria pronta ad esplodere!”

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