Il governatore della Campania, Vincenzo De Luca, commenta l’inchiesta della Procura di Napoli sullo smaltimento dei rifiuti e pronuncia parole durissime contro i giornalisti di Fanpage.it e alcuni avversari politici
Napoli, 19 febbraio – “Si è scatenata in queste ore una campagna di aggressione mediatica pseudo-giornalistica contro di noi, alla vigilia di una campagna elettorale delicata. È in atto una operazione camorristica e squadristica nei nostri confronti che parte dal tema della gestione dei rifiuti. Questa operazione è la migliore conferma che dalla Regione Campania stiamo buttando fuori la camorra e tuti gli interessi oscuri che si sono nascosti dietro la gestione del ciclo dei rifiuti”. A dirlo il governatore della Campania, Vincenzo De Luca, in un video pubblicato sulla sua pagina Facebook in merito all’inchiesta sullo smaltimento dei rifiuti della Procura di Napoli (vai all’articolo), avviata dal lavoro di Fanpage.it
“Chiederemo nei prossimi giorni che siano accesi tutti i riflettori. Chi sono queste persone che sono venute a fare questa provocazione? Chi ha fatto questa montatura? Sappiamo che di questi tempi le operazioni per inquinare le elezioni sono tante, dalle fake news che si mettono in circolazione a manovre sofisticate come queste. Chi sono questi? Chi li manda? Pretendiamo chiarezza su tutto”, aggiunge De Luca.
Parole dure da parte di De Luca contro Pietro Grasso, presidente uscente del Senato e leader di Liberi e Uguali, che ha annunciato una manifestazione a Napoli “per il primato della politica pulita”. La risposta del governatore non tarda ad arrivare: “C’è da vergognarsi, finto moralismo da quattro soldi. Lo sfido ad un dibattito pubblico”. Grasso replica: “Non ci interessano le vicende personali su cui indaga la magistratura. Non risponderò alle provocazioni e alle sfide a duello sul terreno del moralismo. Saremo il 26 a Napoli per rivendicare il primato di una politica indisponibile a qualsiasi contatto con affaristi e criminali, una politica pulita che lotta per il benessere dei cittadini”. E aggiunge: “Non ne faccio una vicenda personale tra me e De Luca. La moralità o si ha o non si ha”.
De Luca nel suo video ha attaccato anche il Movimento 5 Stelle. “Ci hanno chiamato assassini, ma gli assassini veri sono quelli che bloccano le vaccinazioni. Questa mattina – prosegue – i Cinque Stelle sono venuti a protestare sotto la Regione e hanno presentato anche una mozione di sfiducia nei miei confronti. Io li ringrazio, visto che ogni qualvolta presentano una mozione contro di me posso spiegare loro in aula che mezze pippe sono”. “Io rispetto Roberto Fico, perché – aggiunge De Luca – è un avversario politico e persona coerente, ma è stato fregato da Di Maio, che in questi anni ha potuto girare l’Italia come vicepresidente della Camera dei Deputati. Di Maio si è sempre presentato come anti-casta, ma lui è la casta, perché se perde i 15mila euro da parlamentare cosa potrebbe fare, visto che non ha mai lavorato?”.
Di Maio, candidato premier del M5s, risponde su Twitter: “Le minacce di De Luca sono assolutamente intollerabili e inconciliabili con il suo ruolo istituzionale. Cosa vuol far ringoiare? La valigetta piena di soldi? Deve dimettersi immediatamente e mi aspetto che Renzi e Gentiloni prendano subito le distanze”. Mentre Roberto Fico, durante il flash mob sotto il palazzo della Regione, afferma: “È possibile che nello studio di Roberto De Luca arrivi un ex camorrista, entri tranquillamente e parli come se niente fosse di rifiuti? È una vergogna assoluta che si possa gestire anche un solo grammo di spazzatura in questo modo”.
“Le inchieste giornalistiche sono criticabili come qualsiasi altra attività intellettuale. Le parole del presidente della Regione Campania, Vincenzo De Luca, vanno però oltre il limite di qualsiasi critica e rappresentano, queste sì, mero squadrismo verbale. Bollare come ‘camorristiche’ e ‘squadristiche’ le inchieste giornalistiche è inaccettabile e non può essere consentito a nessuno, tantomeno a un rappresentante delle istituzioni. Sarebbe opportuno che anche il Pd facesse sentire la propria voce. Evidentemente la salvaguardia di pacchetti di voti viene considerata meritevole di tutela più della libertà di espressione e del diritto dei cittadini ad essere informati su una vicenda inquietante come quella del traffico di rifiuti in Campania”. Lo affermano, in una nota, Federazione nazionale della Stampa italiana, Sindacato unitario giornalisti Campania e Consiglio nazionale dell’Ordine dei giornalisti.
“L’attacco ai colleghi di Fanpage – proseguono – rientra in uno schema ormai consolidato messo in atto da tutte le forze politiche, pronte a difendere la libertà di stampa solo se le inchieste riguardano gli avversari politici e a scatenare l’inferno quando a finire nel mirino sono i loro sodali. Una situazione indegna di un Paese civile e che spiega la ragione per la quale, al di là delle dichiarazioni ufficiali, nella legislatura appena conclusa sono state fatte decadere tutte le proposte di legge dirette a cancellare il carcere per i cronisti e a contrastare le ‘querele bavaglio’. La politica – conclude la nota –, in modo assolutamente trasversale, sogna una stampa asservita e cittadini sempre meno informati da trattare come sudditi”.