Inter-Napoli: “Usa il sapone”, cori contro Koulibaly e tifosi partenopei

“Napoli colera”, ancora cori razzisti contro il Napoli e Koulibaly

Napoli, 27 dicembre – Se non fosse stata questa la sua ultima stagione (a fine campionato chiuderà la carriera per limiti di età) per un bel po’ Mazzoleni non avrebbe rivisto il Napoli. Il designatore Rizzoli, a prescindere dalle valutazioni sui singoli arbitri e sui singoli episodi delle singole partite, sa che certi “accoppiamenti” per un determinato periodo è meglio evitarli e con il passare delle giornate incastrare arbitri e gare diventa sempre più complicato. Un clima pesante ed attori del gioco sempre pronti alla polemica con una cultura di fondo del sospetto che né il Var né gli incontri periodici tra arbitri e club sono riusciti ad estirpare.

Ancor peggio però è la non-cultura dei cori razzisti che sta all’origine di tutto quel che è successo nel finale di Inter-Napoli come “Noi non siamo napoletani”, “Napoli colera” e ancora “usa il sapone”. Se Koulibaly non fosse stato legittimamente nervoso, magari avrebbe evitato quell’applauso di fronte al quale Mazzoleni non poteva fare altro che estrarre il rosso, il quale ha dato per scontato che il gesto fosse rivolto al direttore di gara.

Più discussioni possono farsi sul cartellino giallo immediatamente precedente, anzi proprio sulla punizione. Ma sono fini a sé stesse: impossibile avere certezze sull’entità della trattenuta del difensore del Napoli su Politano. L’interista sicuramente si lascia andare, ma la mano sulla spalla è palese e nella dinamica dell’azione è comprensibile che l’arbitro veda una azione fallosa: a quel punto, una volta fischiato, il giallo per aver “interrotto una promettente azione d’attacco” è automatico tanto quanto il rosso per l’applauso. Più che altro Mazzoleni avrebbe potuto cogliere il momento di tensione del giocatore e richiamarlo a sé per una ammonizione “faccia a faccia” con annessa spiegazione.

Tornando ancora ai cori, a posteriori è facile pensare che l’arbitro, una volta risultato vano il primo annuncio dell’altoparlante, avrebbe poi dovuto farne fare un altro a gioco fermo, come prevede la procedura in tre fasi (la terza prevede la sospensione temporanea della partita con il rientro delle squadre negli spogliatoi, preludio all’eventuale sospensione definitiva da concordare col responsabile dell’ordine pubblico): probabilmente però l’arbitro bergamasco non ha avuto dal campo la percezione di cori forti, ripetuti e provenienti da grandi gruppi di tifosi, condizione necessaria per interrompere il gioco.

A parte questo, non ci sono stati errori evidenti di Mazzoleni, ma ancora una volta il nervosismo, un clima poco sereno e soprattutto la stupidità di certi “tifosi” hanno reso tutto più complicato.

Per Koulibaly prevedibili 3 giornate (una per l’ammonizione, era diffidato, due per il gesto irriguardoso nei confronti dell’arbitro), per Insigne possibili due turni per la reazione non violenta, ma attenzione al caos a fine partita, con Mario Rui tra i più “intraprendenti”.

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