Il governatore della Regione Campania esprime le sue perplessità sulla legge che taglia 345 parlamentari della Repubblica
Ieri la Camera dei Deputati ha dato l’ultimo via libera al disegno di legge costituzionale che riduce i deputati dai 630 attuali a 400 e i senatori dai 315 attuali a 200: se nessuno dei soggetti legittimati (500mila elettori o 5 consigli regionali o anche un quinto dei membri della Camera, ndr) chiederà il referendum confermativo entro il 7 gennaio, la legge sarà promulgata dal Presidente della Repubblica ed entrerà in vigore. Pur avendo votato a favore del taglio dei parlamentari anche il Partito Democratico (oltre alle altre forze di maggioranza e alle principali forze di opposizione) sulla riforma il governatore della Campania, Vincenzo De Luca, quest’oggi ai microfoni di Radio Crc ha espresso tutta la sua perplessità. “Nessuno si straccerà le vesti per 300 parlamentari in meno, dormiremo tutti tranquilli e perfino con una punta di soddisfazione. Detto questo, dobbiamo dirci con grande onestà che non abbiamo risolto assolutamente niente”.
Secondo De Luca “quello che bisognava fare era togliere il doppio passaggio tra Camera e Senato: è questo che rallenta i lavori. Negli altri paesi d’Europa come Germania, Gran Bretagna, Francia e Spagna, – ha aggiunto – la fiducia viene data da una sola camera, quella dei deputati, e si evita di raddoppiare ogni volta i passaggi. In Italia questo elemento non è stato cancellato”. Inoltre, ha sottolineato De Luca, “nessuno si è tagliato lo stipendio e non è stata cancellata la parte della legge Severino che difende la casta: la condanna in primo grado per il reato di abuso d’ufficio può rovinare la vita degli amministratori locali, ma questo non si applica a parlamentari, ministri, viceministri e sottosegretari. Non si capisce perché questo privilegio non venga cancellato, a confermare tante prese in giro che si consumano poi rispetto all’opinione pubblica”.
Per il presidente della Campania “su questa materia bisognerebbe avere molta serietà e meno demagogia. Ho visto che i Cinque Stelle hanno fatto un’altra sfilata davanti a Montecitorio: mi ha ricordato quella che hanno fatto quando hanno abolito la povertà con il reddito di cittadinanza. Mi auguro – ha concluso De Luca – non facciamo la stessa fine. Pensiamo alle questioni serie che riguardano in primo luogo lavoro e sanità”.