Il governatore chiede l’intervento del Capo dello Stato sul tema delle vaccinazioni e del riparto del fondo sanitario nazionale
“Chiederò aiuto al Capo dello Stato affinché ci sia consegnata la quantità di vaccini proporzionata alla popolazione campana e in merito al riparto del fondo sanitario, perché ci aiuti a cancellare uno scandalo nazionale, quello in base al quale ogni cittadino campano riceve dai 40 ai 60 euro pro capite in meno rispetto ad altre Regioni con meno abitanti”. A dirlo il governatore della Campania, Vincenzo De Luca, durante la consueta diretta del venerdì su Facebook.
La priorità, ha ricordato De Luca, è quella di vaccinare “personale socio sanitario, residenze sanitarie assistite, ultra ottantenni e fasce deboli che sono disabili, malati cronici, cardiopatici, malati oncologici, malati di diabete e di malattie rare”. Il governatore ha invitato a evitare psicosi per le ricadute “che vanno verificate in persone che hanno avuto la somministrazione del vaccino AstraZeneca”. “Su milioni di vaccinati in tutta Europa con queste dosi abbiamo avuto pochi casi, anche gravi – ha spiegato –. La cosa che va accertata è che le patologie che si sono determinate siano o meno collegate al vaccino. Per questo è stata sospesa, anche in Campania, la somministrazione di una partita di vaccino che è quella per la quale si è determinato un problema. Per motivi prudenziali, attendiamo la valutazione dell’Istituto Superiore di Sanità”.
Per quanto riguarda i contagi attuali, secondo De Luca “non è chiaro a tanti concittadini che siamo in guerra”. “Ormai – ha affermato il governatore – ci avviamo ad avere un Paese tutto in zona rossa, in Campania già ci siamo e continuiamo a registrare un numero di positivi al giorno straordinariamente elevato, con quasi 500 positivi sintomatici. Se nell’ambito di questi 500 soltanto un 10% richiede il ricovero ospedaliero, dovremo liberare ogni giorno 50 posti letto in più nel nostro sistema ospedaliero. Quindi abbiamo una situazione estremamente seria, reggiamo ancora con le degenze, reggiamo ancora con i posti letto disponibili in terapia intensiva ma è assolutamente necessario bloccare la crescita del contagio, altrimenti – ha concluso – diventa inevitabile nel giro di non più di 10 giorni dover chiudere altri reparti per accogliere pazienti Covid”.