Secondo il governatore le ragioni della sconfitta sono da ricercarsi nella battaglia che la Regione Campania ha intrapreso contro il disegno di legge sull’autonomia differenziata e un segnale era arrivato già con le elezioni europee
“Il segnale politico era arrivato al governo in maniera forte e chiara già con le elezioni europee. Nel Sud, il governo Meloni ha perso e ha perso fondamentalmente, al di là di tutte le chiacchiere, per la battaglia pilotata dalla Regione Campania contro l’autonomia differenziata”. A dirlo il governatore della Campania, Vincenzo De Luca, a margine dell’inaugurazione di un parco cittadino a Cava de’ Tirreni, parlando delle elezioni comunali 2024 appena concluse.
“Ho chiarito in queste settimane che la battaglia deve essere fatta su due fronti: non basta la battaglia contro l’autonomia differenziata, dobbiamo fare la battaglia anche contro la palude burocratica nazionale, cioè dobbiamo decentrare alle Regioni tutti i poteri che servono a fare un investimento, un’opera pubblica senza dover perdere anni per avere un parere ambientale dai Ministeri. Stiamo vedendo – conclude – la vicenda del piano Sviluppo e Coesione, c’è una centralizzazione presso i ministeri che è sconcertante”.
In queste ore il governatore è anche tornato a punzecchiare il direttore del Museo di Capodimonte Eike Dieter Schmidt, in questa tornata elettorale candidato sindaco a Firenze (sconfitto dalla candidata di centrosinistra Sara Funaro, ndr). “Noi abbiamo il cuore grande e Napoli è una città calorosa, solidale, cristiana, ospitale – spiega De Luca –. La sua non è stata una prova di grandissimo stile, ma torni a Napoli e l’importante è che almeno quando ritorna si mette a lavorare senza distrazioni”.
Già nella giornata di ieri il governatore non le aveva mandate a dire. “Io ho considerato un po’ offensivo per Napoli il fatto che qualcuno si facesse nominare direttore del museo Capodimonte, poi se ne andasse a fare la campagna elettorale, mettendosi in aspettativa. E poi, se non viene eletto a Firenze, ritorna a Capodimonte – aveva detto De Luca –. Napoli è una grande capitale del mondo. Non si può offendere la dignità di Napoli in questo modo: vado e vengo. Ha lasciato il cappello sulla sedia a Capodimonte, non gli faremo trovare neanche la sedia”. Il direttore, attualmente in aspettava, si era limitato a rispondere: “De Luca non è il responsabile di Capodimonte, non sa che il suo impero è limitato e che il museo dipende dal ministero della Cultura, guidato da un altro napoletano (in riferimento al ministro Sangiuliano, ndr)”.