A Napoli salario minimo di 9 euro l’ora nei contratti pubblici

La Giunta approva delibera che vincola tutti i fornitori del Comune

Napoli, 20 luglio 2024 – Tutti gli operatori economici ai quali il Comune di Napoli affiderà lavori, forniture e servizi dovranno prevedere un trattamento economico per i dipendenti non inferiore a 9 euro l’ora. La giunta ha infatti approvato un atto di indirizzo “finalizzato alla tutela della retribuzione minima oraria salariale nei contratti del Comune di Napoli”.

La delibera è stata adottata su proposta dell’assessora al Lavoro Chiara Marciani e impegna direttamente sia l’Amministrazione che le società partecipate del Comune. Il documento rappresenta “un ulteriore tassello nel quadro delle iniziative volute dal sindaco Gaetano Manfredi per offrire maggiori tutele ai lavoratori”. La delibera, infatti, integra il protocollo d’intesa su sicurezza e legalità negli appalti e nei subappalti, che il Comune di Napoli stipulerà con le organizzazioni sindacali. Lo schema del protocollo d’intesa, approvato dalla giunta l’8 luglio scorso, è finalizzato anche ad assicurare ai lavoratori impiegati negli appalti le migliori garanzie economiche e normative. L’atto di indirizzo ha recepito l’ordine del giorno a firma del consigliere Sergio D’Angelo, che il Consiglio comunale ha approvato all’unanimità nello scorso novembre. “Questa delibera – spiega l’assessora Marciani – contiene anche vincoli sui contratti collettivi che devono essere applicati al personale impiegato nei lavori, nei servizi e nelle forniture oggetto di appalti pubblici, in coerenza con la disciplina prevista dal nuovo Codice dei contratti pubblici. L’Amministrazione intende garantire la dignità del lavoro e con gli ultimi atti approvati dalla Giunta vengono prescritte ulteriori garanzie, di sicurezza ed economiche, rispetto a quelle già previste dalla legislazione vigente”.

“Non abbiamo l’ambizione di sostituirci al Parlamento e alla politica nazionale, ma vogliamo lanciare un segnale dalla più grande città del sud, dove più che altrove è largamente diffuso il lavoro povero – evidenzia il consigliere D’Angelo – Basta paghe da fame, soprattutto da parte di chi esegue lavori per conto delle amministrazioni pubbliche”.

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