Napoli, 2 maggio – “Vergogna”, riferito ai sindacati. È questa la parola che risuonava forte a Città della Scienza nella serata dedicata alla festa dei lavoratori del primo maggio, dal gruppo di manifestanti giunti in corteo attraverso le strade di Bagnoli, fino al palco che ospitava il concerto indetto da Cisl, Cgil, Uil di Napoli, costringendoli a sospendere l’evento.
A manifestare sono i lavoratori dell’Irisbus, i cassintegrati della Fiat di Pomigliano, i disoccupati del progetto Bros, collettivi studenteschi ed aderenti al centro sociale Iskra, attivisti dei movimenti napoletani che chiedono una “urgente” bonifica del quartiere di Bagnoli. Già nel primo pomeriggio, si erano ritrovati a Bagnoli, a due passi dalla Città della Scienza, per protestare contro gli stessi sindacati, affermando che “Oggi non c’è nulla da festeggiare, visto che anche a causa dei sindacati, il lavoro è morto”.
In seguito, al termine del corteo, alcuni dei manifestanti si sarebbero diretti al concerto cercando addirittura di salire sul palco, buttando giù le transenne e scontrandosi con gli agenti antisommossa. “Non è giusto che poche persone blocchino una pacifica manifestazione di centinaia di lavoratori e pensionati, arrivati a Città della Scienza proprio perché non si spengano i fari su questa città e questa parte della città”. È il commento amaro del segretario della Uil Campania, Anna Rea.
Tante le famiglie presenti al concerto, al quale si sarebbero dovuti esibire oltre 40 artisti, tra cui Tullio De Piscopo, Le Orme, Raiz degli Almamegretta, Carlo D’Angiò, Ben Khaleb. Un giorno di spensieratezza si è trasformato in uno scontro acceso, fatto di insulti, lanci di oggetti, tra cui una bandiera in direzione del palco. Attimi di terrore si sono scorti sui visi dei partecipanti per la preoccupazione che si potesse trascendere in atti di violenza accesa sotto gli occhi innocenti di molti bambini presenti con i genitori.
La scelta dei sindacati di rendere Città della Scienza e Bagnoli simboli di ricostruzione anche del lavoro, organizzando qui il concerto del primo maggio, ha reso ancor più incandescente gli animi di chi non regge più il peso della mancanza del lavoro, della cassa integrazione e della sfiducia di tutte le istituzioni, sindacati compresi, considerati complici della grave crisi economica e “per “non aver ostacolato la chiusura di aziende” causando un effetto domino che ha investito tante famiglie privandole del lavoro, quindi del sostentamento.
I sindacati hanno presentato l’evento con un messaggio forte, con lo slogan “priorità lavoro” utilizzando come sfondo il tempio della cultura distrutto dall’incendio doloso, in una Bagnoli già profondamente ferita per le vicende legate alla Italsider. Gli organizzatori hanno sostenuto, che il concerto a Città della Scienza, oltre ad essere il riflettore per il mondo del lavoro inteso nella legalità, “la ricostruzione potrà diventare l’occasione per la bonifica e il risanamento di tutta l’ex area industriale dell’Ilva-Italsider”.
La decisione di sospendere il grande concerto di Napoli del primo maggio, è giunto direttamente dai segretari dei sindacati Cgil, Cisl e Uil di Napoli, che hanno rifiutato di far intervenire chi chiedeva di salire sul palco per parlare, come i tre cassintegrati esponenti della Cobas di Pomigliano che hanno protestato dicendo: “Se questo è il palco dei lavoratori perché non ci fanno parlare? Questa non è una festa dei lavoratori ma è soltanto un funerale dei lavoratori, siamo disperati”. I segretari, rivolgendosi al gruppo in rivolta ai piedi del palco, hanno commentato: “Non vogliamo incontrare i violenti, se ne devono andare, ci hanno aggredito”.
Intanto se ne sono dovuti andare tutti, tra la delusione di un concerto annullato, lo sconforto di un momento di festa violato dagli scontri, l’amarezza di chi, disoccupato o cassintegrato ma sempre disperato, è dovuto tornare a casa comunque a mani vuote. Si aprono ferite, si riaccendono i ricordi delle tante vicende che hanno deluso Napoli e si intensifica l’ansia per l’ennesimo schiaffo a Bagnoli. I manifestanti, sono andati via in corteo cantando “Bella ciao”.
FOTO: tratta da Ansa
Il messaggio è chiaro. Cgil, Csl e Uil sono considerati Responsabili o quanto meno complici della fase che stiamo VIVENDO. Naturalmente se leggiamo l’evento aggettivando i manifestanti come provocatori non è che si analizza con equilibrio. Equilibrio che per chi ritiene CHE i sindacati debbano essere variabile indipendente è tutto Ok ma per chi almeno pensa che i sindacati debbano avere un ruolo nella crisi che stiamo attraversando l’analisi può essere diversa.
Cosa ha fatto Cgil, Cisl e Uil contro le scelte del passato governo Monti? Certo ha fatto la lotta per gli esodati ma in concreto la perczione del cittadino che ha problemi per fare la spesa alimentare perché cassintegrato o disoccupato è quanto meno che non abbia niente. Poteva fare di più? Intanto è da dire che non c’è una Vertenza nazionale aperta e i segretari nazionali vengono quanto meno ascoltati e lo sono stati anche da Monti. Certo se si va a visitare i loro siti è tutto Ok ma già se si leccono i comunicati ufficialile cose sono diverse e molto più complesse. Diciamo la verità il potere contrattuale e atutti i livelli è a livello minimo ma non zero.
Purtroppo l’evento descritto nell’articolo in parte è stato voluto perché è vero che la manifestazione era stata organizzata da Cgil, Cisl e Uil ma forse se si faceva parlare un manifestante per 20 minuti poteva essere diverso.
L’errore ricorrente di Ggil, Cisl e Uil è quello di credere solo alla protesta che si organizza e non a quelle che si formano nella società. Da un lato si vuole essere riconosciuti sempre e compunque dal governo,dall’altro ci si rifiuta di riconoscere altri soggetti che non hanno visibilità politica e sindacale.
Penso che sia inutile dire che è comunque da condannare e senza esitazione quanto è successo ma è anche vero che se avessere manifestato in luogo diverso della città e in pari orario non avrebbe interessato nessuno. Purtroppo questa è l’Italia.