È la provincia di Avellino, questa volta, ad essere sotto i riflettori per il ritrovamento dell’ennesima discarica abusiva sul territorio campano, divenuto terra fertile per la criminalità organizzata che fa ricchi affari con la spazzatura e in particolare con i rifiuti speciali, pericolosi per la salute.
La vegetazione rigogliosa della campagna di Grottaminarda, nascondeva nel proprio ventre una discarica di circa 3500 metri quadri, sequestrata ad inizio mese dalla Guardia di Finanza di Ariano Irpino, individuata grazie ad una perlustrazione aerea a bordo dell’elicottero della Sezione Aerea di Napoli. I controlli, intensificati già da qualche tempo seguono le direttive del Comando Provinciale di Avellino, per portare alla luce quelle discariche abusive che, oltre a deturpare la vegetazione circostante, rischiano di compromettere la salubrità del suolo e delle falde acquifere con conseguente impatto sulla salute pubblica.
Le fotografie scattate dall’alto, hanno permesso ai finanzieri di raggiungere il luogo adibito a discarica abusiva, anche se con non poche difficoltà vista la cura con cui era stato scelto il posto degli sversamenti illeciti: in mezzo ad una folta vegetazione che lo nascondeva di fatto ad occhi indiscreti.
I rifiuti scoperti dalla Guardia di Finanza, abbandonati nell’assoluta indifferenza, erano di ogni genere, tra questi, anche lastre di eternit, materiale altamente cancerogeno a causa delle polveri che questo prodotto rilascia nell’aria, proveniente dalla demolizione di un capannone. Nel fondo, i militari, hanno rinvenuto anche carcasse di autovetture, fusti di olio esausto, parti di ricambio, plastica, ferro, pneumatici, traversine ferroviarie e materiali di scarto delle attività edili, provenienti dalle ristrutturazione degli edifici.
Spetterà all’Arpac stabilire i danni provocati al suolo ricoperto di rifiuti per così tanto tempo. L’Arpac dovrà fornire i dati sulla pericolosità dei materiali trovati in discarica nell’area sequestrata che dovrà essere bonificata quanto prima.
La criminalità, come mafia e camorra, impone la propria legge anche a quei proprietari terrieri che diventano, loro malgrado, complici del sistema dello sversamento illecito. La criminalità non ha compassione e non fa altro che soddisfare le proprie esigenze, avvalendosi di soldati, o meglio burattini, che per soldi non s’ interessano che di loro stessi, commettendo, consapevolmente, un crimine. Il proprietario del terreno è stato denunciato e accusato di aver avviato un’attività di gestione di rifiuti non autorizzata, violando il Decreto Legislativo 152 del 2006.
La Regione Campania è al centro delle preoccupazioni del Ministro all’Ambiente Andrea Orlando, per le pesanti sanzioni chieste dall’Unione Europea che intima il rispetto degli obiettivi contenuti nel Piano regionale per la gestione dei rifiuti della Campania. Il 27 giugno scorso, il ministro ha spiegato in Senato che sulla gestione dei rifiuti, il primo obiettivo è l’attuazione della normativa europea: “Per chiudere il ciclo dei rifiuti è necessario far funzionare gli impianti esistenti, ricorrendo ai termovalorizzatori laddove non si riesca a incrementare in modo significativo la raccolta differenziata, che in Campania ha prodotto risultati superiori alle attese”.
Nella sua visita a Caserta del 20 giugno, si è ampiamente discusso anche di come prevenire gli sversamenti illeciti dei rifiuti che pesano sulla Regione, in particolar modo nella “Terra dei Fuochi”, tra Napoli e Caserta, ma che indubbiamente non sono circoscritti solo in quell’aria, ma si estendono su tutto il territorio campano. Puntare il dito solo sull’inefficienza della raccolta differenziata, mettendo al centro del problema rifiuti l’ampliamento dei termovalorizzatori, è come voler negare l’evidenza dei fatti discussi a Caserta per l’ennesima volta con il ministro di turno.
La Campania ha una difficoltà che va al di là della gestione dei rifiuti urbani. Il vero problema sono i rifiuti industriali, sversati illecitamente da aziende che operano a nero, in evasione fiscale, con il supporto della mala vita organizzata e con il tacito assenso degli amministratori locali che restano inermi a guardare il proprio popolo ammalarsi di tumore a causa delle sostanze tossiche liberamente abbandonate nell’ambiente. Dopo tanti anni di lotte e proteste dei comitati dei cittadini, ancora non si vuole ammettere la causa reale di tanto male nella Regione Campania, focalizzando nuovamente l’attenzione solo sui rifiuti urbani.
FOTO: tratta da Ansa.it