3 luglio 2013 – Non è il nuovo titolo di una improbabile canzone di Povia la frase con cui Matteo Renzi, uno dei personaggi più influenti nel Pd nonché sindaco di Firenze, ha aperto un comunicato ufficiale sulla propria e-news.
“In privato tutti mi dicono: Matteo, stai buono, ti facciamo fare il candidato premier. Stai buono, che poi tocca a te. Insomma: un bambino bizzoso cui si promette la caramella se non piange. Signori, conosco il giochino: i capicorrente romani prediligono lo sport del tiro al piccione. E io sinceramente non ho molta voglia di fare il piccione”.
Queste le prime parole di Matteo Renzi che minacciano di minare ulteriormente la stabilità del Partito Democratico a causa delle problematiche interne e delle tensioni che si sono accumulate dopo il fallimento Bersani. Fino alle elezioni, infatti, il Pd sembrava un partito coeso in cui tutti remavano nella stessa direzione, ma dopo il clamoroso fallimento di Bersani e la proclamazione del governissimo, sono spuntate fuori troppe teste. Come nel mito di Ercole tagli via una testa all’Idra e ne spuntano due, nel Pd invece tagli una testa e ne spuntano trenta, ognuna con idee diverse dall’altra.
Matteo Renzi è, probabilmente, soltanto una di queste teste ma una delle più influenti all’interno del partito e delle più capricciose che rischia di spaccare tutto.
“Il Pd deve affrontare i problemi degli italiani, non giocare con le alchimie delle regole (che peraltro ci sono già, basta applicarle!)”. Scrive il sindaco di Firenze, Matteo Renzi, nella sua e-news. “Ho chiesto al ‘traghettatore‘ Epifani di fissare la data del congresso – continua Renzi -, non ho ricevuto per il momento nessuna risposta, ma so che a Roma hanno fatto una commissione. Vorrà dire che noi aspetteremo la fine dei lavori”.
“Il Partito Democratico che vorrei – aggiunge -, chiunque ne sarà leader, è un partito aperto, coraggioso, che accoglie le persone senza respingerle ai seggi, che ha il coraggio di andare controcorrente e contro le correnti. Io vorrei un Pd capace di vincere. Il Pd delle correnti non riesce a vincere al massimo può partecipare. Credo che il futuro ci raggiungerà presto e che dobbiamo farci trovare pronti. Quello che faremo, sia che ci candidiamo sia che non ci candidiamo, lo faremo come sempre senza chiedere il permesso ai capicorrente”.
Il sindaco conclude con un appello importante rivolto a tutto il partito ed i suoi sostenitori.
“Faccio un appello ai dirigenti del Pd: non preoccupatevi delle mie mosse, datevi voi una mossa. C’è un Paese, fuori dalle nostre stanze, che aspetta parole di proposta, parole di speranza. Non perdiamo (anche) questa occasione, vi prego”.