Roma,17 settembre – Domani, mercoledì 18 settembre alle 20:30, si voterà alla Giunta per le elezioni sulla decadenza di Berlusconi dalla carica di Senatore. La votazione avrà per oggetto la relazione del Senatore Augello (Pdl), che presenta tre questioni pregiudiziali a riguardo, tra cui il dubbio sulla possibilità di interpretare retroattivamente la legge Severino.
Ci sono buone probabilità che la relazione sia respinta, in quanto sembra essersi formata in Giunta una maggioranza sfavorevole (Pd, Sel, Sc e M5S). Dopo l’eventuale bocciatura, la prassi vuole che venga nominato un altro relatore scelto nella maggioranza che si è formata durante la votazione precedente. La nuova discussione avverrà però a non meno di dieci giorni di distanza, ed il voto risolutivo finale è atteso per ottobre.
Il clima politico resta rovente, con Grillo che invoca il voto palese ed alcuni esponenti del Pdl che in caso di decadenza di Berlusconi minacciano di staccare la spina al governo, portando avanti un improbabile tentativo demagogico di scaricare le responsabilità dell’eventuale crisi sul Pd.
Berlusconi, invece, rimane cauto. Dichiara infatti il relatore Augello prima dell’inizio della riunione in Giunta di quest’oggi: “Ho sentito Berlusconi. Non è stata una lunga conversazione, non mi è sembrato particolarmente depresso. Sta riflettendo, deve decidere se confermare la fiducia al Governo, se rimanere in carica, oppure se aspettare il voto”. Sembra che inoltre il Cavaliere stia riflettendo anche sulle sorti del Paese e delle sue aziende, in caso di eventuale crisi di governo. Non solo.
Probabilmente nell’ annuncio/minaccia del premier Letta: “Se cade il governo si paga l’ Imu”, Berlusconi ha intravisto la possibilità di mettersi contro quella parte di italiani che ha votato Pdl solo per alleggerirsi dell’ odiata tassa, attirata dalla tanto geniale, quanto poco onesta, messa in scena della lettera di rimborso sull’ Imu a cui abbiamo assistito durante la scorsa campagna elettorale, tradendo la fiducia degli elettori per motivi personali e rischiando la fine della carriera politica, sua e del suo partito. Il populismo a volte può rivelarsi un’ arma a doppio taglio.
Per l’interpretazione dell’art.66 della Costituzione la decadenza doveva essere automatica.