Grande progetto centro storico di Napoli, la Sanità ancora una volta penalizzata

rione sanitàGentile Direttore,

vorrei esprimere alcune considerazioni circa l’operato della Commissione europea che ha dato il via libera alla realizzazione delle opere che rientrano nel grande progetto Unesco, così come leggo anche dalle pagine di NapoliTime.

Un finanziamento di cento milioni di euro che fa parte di un pacchetto che vede coinvolte Regione, Comune, Provveditorato alle opere Pubbliche, sovrintendenze e Fondo per gli edifici di culto. Bene, nel leggere l’elenco degli interventi si ha la conferma che dalle opere rimane totalmente escluso il Rione Sanità.

Qui era previsto, sempre nel grande programma Unesco, approvato durante il periodo in cui era sindaco la Iervolino e presidente della Regione Bassolino, un intervento di circa 4 milioni di euro che prevedeva il rifacimento dell’asse viario che andava da via Vergini fino all’ospedale San Gennaro.

Un intervento simile avrebbe indubbiamente dato un forte segnale di rilancio in un’area della città ricchissima di patrimonio storico-culturale. Ora leggo che tutti esultano per lo stanziamento dei fondi. Regione e Comune in primis. Ma non potrà esultare una parte della città, ancora una volta penalizzata da scelte politiche parziale e poco attente ad alcuni luoghi della città.

Più volte è stata posta la questione di prevedere interventi su questa parte di territorio, non ultima durante lo svolgimento delle giornate della cultura organizzate dal comune di Napoli, quando io stesso ho chiesto all’assessore De Falco di prendere un impegno in tal senso. Mi auguro che gli attuali assessori competenti del comune di Napoli agiscano in tal senso.

Forse la Sanità non ha lo stesso appeal di altre aree della città e quindi visto che le risorse sono diminuite si comincia a tagliare colpendo zone già in difficoltà. Credo che la questione vada sollevata con forza e si pretenda da Regione e Comune che l’intervento previsto nel Rione Sanità diventi la priorità nell’ambito dei finanziamenti Europei 2014-2020.

Lello D’Ambrosio

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