Il decreto “Valore Cultura”, firmato da Massimo Bray, ministro dei Beni culturali e del Turismo, è ufficialmente legge dello Stato.
Il provvedimento, varato rapidamente a causa dell’imminente scadenza, è stato ratificato dalla Camera lo scorso 3 ottobre. Il testo, approvato dal Consiglio dei ministri il 2 agosto, al Senato ha subito le prime modifiche confermate in ultima battuta alla Camera dove sono stati ritirati gli emendamenti proposti dalla maggioranza e sono stati respinti quelli del M5S e della Lega lasciando così irrisolti i punti che hanno scatenato forti proteste come quella avvenuta per il Teatro San Carlo di Napoli (leggi qui).
Dal 5 ottobre, le attività del Teatro sono riprese, i lavoratori hanno sospeso l’assemblea permanente mantenendo, però, lo stato di agitazione. Lunedì 7 ottobre, sarà richiesto un urgente incontro con il Presidente del Consiglio, Enrico Letta, e il ministro Massimo Bray.
C’è ancora molto lavoro da fare, lo conferma anche il ministro, ma è tangibile la sua soddisfazione dato che a pochi mesi dal suo insediamento è riuscito a realizzare un’impresa tanto importante. “La cultura torna ad essere davvero al centro delle politiche di sviluppo del governo, in una chiave propositiva e volta a restituire vitalità ad un settore strategico e identitario per il Paese – ha commentato Bray – Certo, rimane ancora molta strada da compiere, ma non per questo viene meno l’orgoglio di aver raggiunto un obiettivo davvero importante per la difesa e la promozione della cultura e del patrimonio artistico”.
Tra le misure: sarà istituita la Soprintendenza speciale per i Beni archeologici di Pompei, Ercolano e Stabia, che sarà separata dal polo museale di Napoli e Caserta e, proprio a Caserta, nascerà la nuova Soprintendenza per i beni archeologici.
Per il “Grande Progetto Pompei“, farà parte dell’organico un direttore generale, in arrivo dalla pubblica amministrazione, che coordinerà gli appalti fuori e dentro il sito archeologico, avrà il compito di classificare le emergenze, assicurare lo svolgimento delle gare e controllare la gestione del sito, anche per la parte finanziaria. Il direttore generale seguirà il calendario degli interventi e potrà disporre di donazioni in favore della cultura che, per importi entro i 5 mila euro, potranno essere effettuate senza oneri amministrativi a carico del privato, nella più totale trasparenza sarà indicata la fonte della destinazione e l’impiego di questa. La figura del direttore generale sarà supportata da circa venti tecnici (provenienti dall’amministrazione statale) e cinque esperti in materia giuridica, economica, architettonica, urbanistica e infrastrutturale.
Possibile che al Ministero non sanno che esiste un museo a cielo aperto nei Campi Flegrei? Parlano di rilancio ignorando che la civiltà in Italia è nata qui a Cuma, nei Campi Flegrei. Che vergogna….e trovo allucinante il silenzio delle nostre istituzioni locali…….