Sembra un’odissea infinita quella che da anni i napoletani stanno vivendo con la compianta piazza Garibaldi. L’enorme piazza-cantiere vive non poche incertezze in questo periodo, ed i lavori ancora in corso, con i continui stravolgimenti di viabilità, tengono banco tra gli argomenti principali raccontati nella città.
Se da una parte non si può fare a meno di criticare ciò che può sembrare necessario, come la chiusura del traffico e la nuova ztl che non pochi problemi ha arrecato ad automobilisti e vigili napoletani, bisogna anche dire che nonostante numerosi cartelli ed indicazioni scritte a caratteri cubitali, esse sembrano non viste o comunque ignorate da parecchi automobilisti, fatto che certo non aiuta l’organizzazione viabile della zona.
È anche vero che questa nuova organizzazione, se così la vogliamo definire, altro non serviva che a facilitare lo svolgimento dei lavori nella piazza, che sarebbero così dovuti essere molto più celeri e sbrigativi. Perché se c’è una priorità per i cittadini napoletani, questa priorità è liberare piazza Garibaldi, aprire la nuova linea metropolitana, e sperare che finalmente le cose funzionino con l’auspicata normalità.
Piazza Garibaldi, nel corso degli anni, ci ha abituato un po’ a tutto, rendendoci inermi ed insensibili di fronte a qualsivoglia stranezza. Basti pensare al problema prostituzione, che tuttora assilla gli abitanti della zona, e che difficilmente si risolverà una volta che i lavori saranno terminati. Potrebbe addirittura diventare un paradosso, dato che nel nuovo progetto la piazza offrirà ampi spazi verdi, nei quali il problema potrebbe ingigantirsi. E’ probabilmente più facile, infatti, adescare clienti in una zona più verde e pulita, nel limite del romanticismo italiano, rispetto al degrado che attualmente la piazza offre.
Non è facile dimenticare i nuovi parcheggi, unici spazi già aperti, comodo luogo adibito a mercatino abusivo rom, con sconti speciali tutti i fine settimana.
Per ora l’unica certezza che la piazza ci garantisce, oltre la statua del Garibaldi che da ormai troppi anni osserva spazi chiusi ed inutili rendendosi forse conto per la prima volta di quella che è la vera Italia, è un cartello posto al centro della piazza dove stampata c’è la data di inizio lavori, scritta ormai neanche più chiaramente leggibile, e subito in basso la scritta data fine lavori, ancora vuota e bianca.