Napoli, 16 novembre – Alle 14 e 30, Piazza Mancini era già gremita di gente. Venendo dalla stazione di piazza Garibaldi era inevitabile non percepire la portata di questa manifestazione. Napoli sembrava un vero e proprio “fiumeinpiena“, che nonostante la pioggia battente, è stata invasa da più di 70.000 persone che sono venute da ogni parte della Campania per protestare pacificamente contro il biocidio che la nostra popolazione sta vivendo in questi anni.
Alla manifestazione erano presenti i comitati della Terra dei Fuochi, lo spezzone di Legambiente, i comitati per l’acqua pubblica e altre centinaia di sigle ambientaliste campane.
La presenza più bella ed entusiasta è stata quella degli studenti. Più di 100 istituti superiori campani hanno partecipato alla manifestazione gridando cori contro la camorra e contro il presidente della regione Caldoro. A sfilare c’erano anche tantissime mamme che hanno perso i propri figli a causa di tumori e malattie vascolari e si riconoscevano tra la folla perché alzavano in altro gigantografie dei loro piccoli su delle aste bene a vista.
Tra gli striscioni del corteo spiccavano molti gonfaloni, segno evidente delle adesioni istituzionali dei comuni alla manifestazione. Alla testa del corteo c’era anche il gonfalone del comune di Napoli che è stato allontanato dai manifestanti indignati dal sindaco De Magistris, che però non era presente. Contestato anche il parlamentare del Movimento 5 stelle Roberto Fico che non ha fatto una piega quando un manifestante l’ha chiamato “ladro” e “venduto”.
Il corteo da Piazza Mancini è proseguito senza problemi lungo il Corso Umberto e le migliaia di persone sono defluite senza particolari ostacoli nonostante la pioggia, che non ha smesso di cadere per tutto il tempo del corteo. Alle 18:30 il corteo è confluito a Piazza Plebiscito, dove gli organizzatori hanno montato un palco sul quale hanno parlato i rappresentanti dei comitati territoriali che hanno partecipato all’evento. A prendere la parola è stato anche don Maurizio Patriciello, il parroco di Caivano simbolo della lotta ai roghi tossici, che è stato contestato quando ha parlato a favore del presidente Napolitano e del cardinale Sepe.
I manifestanti hanno fischiato in coro quando dal palco sono stati citati i politici che in questi ultimi vent’anni hanno governato la regione campania. Dopo gli ultimi interventi la parola è passata ai musicisti, da Nino d’Angelo ai 99posse, che hanno suonato per la causa di #fiumeinpiena fino a tarda serata.