Napoli – “Tra poco ci saranno le elezioni. Essere eletti, diventare sindaci, deputati, senatori, europarlamentari fa gola a tanti”. Lo ha scritto Padre Maurizio Patriciello, il parroco in difesa di Terra dei Fuochi in un lungo post pubblicato su facebook ieri, in cui ha ribadito la sua distanza dal gruppo che venerdì 6 dicembre ha protestato e offeso il Presidente della Regione Campania, Stefano Caldoro, ospite nella sua chiesa del Parco Verde di Caivano in provincia di Napoli per un confronto con i comitati di Terra dei Fuochi. “Ho il sentore, però, che qualcuno stia preparando la sua ascesa strumentalizzando il malessere e la sofferenza della Terra dei Fuochi. Però non lo vuole dire. – ha continuato don Patriciello – Ho anche l’impressione che si siano infiltrate nei gruppi di volontari, persone con l’unico scopo di indebolire dall’interno il lavoro fatto fino a oggi”.
“Non serve urlare, noi continueremo a dialogare con le istituzioni”. Don Maurizio Patriciello si è dovuto confrontare con un gruppo di alcune persone che hanno contestato la presenza del Governatore della Campania in Terra dei Fuochi. L’incontro, voluto proprio da don Patriciello, era volto al dialogo e all’apertura tra le istituzioni e i comitati delle zone di Terra dei Fuochi. I protestati che hanno disturbato l’incontro urlando “sei complice fai schifo”, sono stati allontanati dallo stesso parroco. “È la stagione del dialogo” ha dichiarato don Maurizio, che se pur amareggiato da quanto accaduto, non si è lasciato intimorire e ha annunciato che a gennaio promuoverà un nuovo incontro con Caldoro “per mantenere vivo il dialogo diretto con il territorio e i cittadini”.
Per Terra dei Fuochi si susseguono le manifestazioni, gli incontri, le discussioni politiche e gli appelli degli stessi cittadini. A fare da cornice a tutto ciò ci sono molti comitati, che spesso si ritrovano, come accaduto per la manifestazione del 16 novembre #Fiumeinpiena, ma ognuno ha posizioni diverse per la risoluzione del problema e per le posizione politica. Molti sono gruppi di persone disilluse, che non credono più a nulla e a nessuno e tantomeno alla classe politica accusata di aver contribuito al biocio con la propria indifferenza e che solo ora si risveglia e solo per la pressione mediatica ottenuta proprio grazie alla mobilitazione dei comitati.
L’incontro di Caldoro con i comitati è stato anche l’occasione per analizzare i punti fondamentali su cui verte il decreto legge su Terra dei Fuochi, approvato martedì scorso dal Consiglio dei Ministri su presentazione del ministro all’Ambiente, Andrea Orlando e il ministro Nunzia De Girolamo alle Politiche Agricole, e fortemente voluto dallo stesso Caldoro. Il decreto, che ha di fatto convertito il reato ambientale da amministrativo a penale, introducendo la pena del carcere per chi incendia o abbandona rifiuti, ha anche stabilito che dovranno essere individuate le aree che non potranno più essere coltivate per l’alimentazione dell’uomo ma che dovranno essere utilizzate per colture alternative.
Su questa disposizione si è creata di fatto tensione e soprattutto incertezza per gli agricoltori del posto, che attendono una rapida individuazione delle aree inquinate proprio per rivalutare i prodotti agricoli coltivati in terreni sani, ma che al momento sono rifiutati ed etichettati dal mercato come provenienti da Terra dei Fuochi. Alcuni contadini della Terra dei Fuochi hanno minacciato di non seminare più dal prossimo gennaio. Vogliono chiarezza e tempi rapidi per la mappatura dei terreni agricoli sicuri per la coltivazione. Il rischio è che l’agricoltura campana arrivi al collasso e che la situazione provochi danni economici ingenti anche ad aziende che producono su terreni incontaminati e non inquinati e che non riescano più ad ammortizzare il calo delle vendite indotto dal timore di acquistare frutta e verdura provenienti da tutta la Regione Campania, e non solo dalla zona tra Napoli e Caserta, la Terra dei Fuochi, in cui il livello di inquinamento da rifiuti tossici ha portato malattia e morte, anche per tanti bambini e giovani. Caldoro ha chiarito che la mappatura dei terreni agricoli è tra le sue priorità e che i lavori in tal senso sono già iniziati.
Il neo eletto segretario del Partito Democratico, Matteo Renzi, commentando il decreto legge approvato dal Consiglio dei Ministri su Terra dei Fuochi durante uno dei suoi interventi in vista delle primarie che si sono svolte ieri, aveva posto una domanda: “Possibile che non si trovino i soldi per bonificare quelle aree?” Ebbene si è possibile come è stato possibile che in venti anni la classe politica che lo ha preceduto abbia taciuto e si sia resa complice del biocidio che si consumava in Campania. Terra dei Fuochi non è solo il luogo in cui si depositano e si incendiano rifiuti speciali provenienti da fabbriche spesso in regime di evasione fiscale e spesso dal nord Italia, il luogo in cui la camorra ha fatto interrare rifiuti tossici e radioattivi nascondendoli negli scavi dei lavori pubblici in cui gli appalti erano nelle loro mani, così come dichiarato dallo stesso pentito Schiavone, ma è anche il luogo in cui gli interessi economici hanno coinvolto intere schiere di politici corrotti, burattini della camorra, incuranti dei rischi e delle ripercussioni sulla salute pubblica di un popolo intero e della sua progenie.