Matteo Renzi: Legge elettorale entro gennaio, ecco le tre proposte

matteo_renziRoma – Il nuovo segretario del Partito Democratico, Matteo Renzi, ha cominciato il suo lavoro politico del 2014 con il massimo sprint. Nella giornata di ieri ha inviato una lettera ai capi dei vari partiti in cui sollecita l’approvazione di importanti riforme per il 2014, tra cui la riforma del Titolo V della Costituzione, la riforma del bicameralismo e, punto fondamentale, l’introduzione di una nuova legge elettorale. A tal riguardo il sindaco di Firenze ha proposto agli altri partiti tre diversi modelli di legge elettorale, eterogenei ma con la caratteristica di garantire governabilità. Il Pd ha così rinunciato ad inoltrare una proposta secca, del tipo prendere o lasciare, per concertare con i colleghi la soluzione migliore per il Paese.

Ecco le tre proposte tratte dalla lettera di Renzi:

“I. Riforma sul modello della legge elettorale spagnola. Divisione del territorio in 118 circoscrizioni con attribuzione alla lista vincente di un premio di maggioranza del 15% (92 seggi). Ciascuna circoscrizione elegge un minimo di quattro e un massimo di cinque deputati. Soglia di sbarramento al 5%.
II. Riforma sul modello della legge Mattarella rivisitata. 475 collegi uninominali e assegnazione del 25% dei collegi restanti attraverso l’attribuzione di un premio di maggioranza del 15% e di un diritto di tribuna pari al 10% del totale dei collegi.
III. Riforma sul modello del doppio turno di coalizione dei sindaci. Chi vince prende il 60% dei seggi e i restanti sono divisi proporzionalmente tra i perdenti. Possibile sia un sistema con liste corte bloccate, con preferenze, o con collegi. Soglia di sbarramento al 5%.”
Per quanto riguarda la questione della riforma del bicameralismo, Renzi, per il prossimo 14 gennaio, ha convocato un incontro con i senatori del Pd. Un’inversione di tendenza, quella attuata dal segretario del Pd, che si propone di sdradicare gli aspetti meno edificanti del sistema italiano nel minor tempo possibile, contrapponendosi alla cristallizzazione che ha imperato fino ad oggi e cercando di arginare quello che lui stesso ha definito “disgusto” per la politica che si è esteso a macchia d’olio tra i cittadini.

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