Napoli, 4 gennaio – La questione Terra dei fuochi ci riserva, ultimamente, tante novità, almeno dal punto di vista delle chiacchiere che se ne fanno al riguardo.
Non più di tre giorni fa la diserzione del rituale caffè al “Gambrinus” da parte del Presidente Giorgio Napolitano aveva scatenato le dure polemiche degli attivisti, mentre, sul fronte meno bellicoso della battaglia contro i roghi tossici e gli interramenti, quello di padre Maurizio Patriciello, le critiche erano state mitigate da un breve cenno al disastro ambientale campano nel discorso di fine anno del Capo dello Stato e da una telefonata intercorsa tra il Colle e il parroco di Caivano nel pomeriggio della vigilia di Capodanno (vai all’articolo).
Come un fulmine a ciel sereno, ieri don Patriciello riceve una lettera recante la firma del Presidente della Repubblica. Una missiva dovuta, in un certo senso, visto il malcontento che serpeggia da tempo tra gli abitanti dell’hinterland napoletano e casertano. Una missiva dal tono riparatore, che appare troppo bilanciata, studiata e tragicamente formale per chi vive un presente senza futuro e per chi, nel futuro, non vede altro che l’assenza delle Istituzioni.
Il Presidente si è detto colpito dalle morti premature dei bambini e dal dolore delle loro madri, dichiarandosi partecipe delle loro sofferenze e chiedendo loro di avere fiducia nelle istituzioni, sostenendo le azioni di monitoraggio e bonifica dei territori. Il Capo dello Stato si è reso, inoltre, disponibile ad accogliere le istanze dei cittadini.
Pienamente condivise dal governatore Caldoro le parole di Giorgio Napolitano: “Condivido le parole del Capo dello Stato nella lettera inviata a Don Maurizio Patriciello […]. Ci uniamo alle parole del Presidente nel chiedere al Governo ulteriori azioni e risorse per sostenere le attività già avviate dallo stesso Esecutivo, dalla Regione e gli altri Enti. […] Ho chiesto, in riferimento alla salute dei cittadini, una autorizzazione al governo per incrementare l’azione di sanità pubblica”.
Di seguito riportiamo il testo della lettera del Presidente Napolitano pubblicato anche da don Maurizio Patriciello sul suo profilo Facebook, con l’auspicio che alle parole, sebbene scritte, seguano i fatti, lasciati ad oziare per quasi vent’anni tra le pagine ingiallite di uno scomodo verbale.
Napoli, 3 gennaio 2014
Caro Don Patriciello,
ho riascoltato con rinnovata commozione, dopo le drammatiche notizie che Lei stesso mi ha voluto rappresentare in Prefettura a Napoli nell’incontro del 29 settembre scorso, il grido accorato delle madri dei bambini colpiti da gravi patologie tumorali ricondotte al criminale inquinamento dei vostri territori della Campania.
Le rinnovo, perché se ne faccia portavoce verso le famiglie interessate, la mia intima partecipazione al loro dolore, confidando che non abbandonino la fiducia nell’impegno delle istituzioni, reso più coeso e credibile anche grazie alla partecipazione attiva della rete di comitati e singoli cittadini che non si contentano di denunciare i crimini subiti, ma sostengono con le loro iniziative le operazioni di monitoraggio e di bonifica dei siti.
Ho affrontato l’argomento in varie occasioni, sia in ripetuti contatti con competenti autorità locali sia sollecitando, presso le autorità governative, l’adozione di provvedimenti adeguati alle necessità più urgenti riscontrate alla luce di elementi emersi di recente. La gravità del problema è stata da me pubblicamente evidenziata in una dichiarazione del 29 settembre scorso, poi nella ricorrenza del 1910 anniversario della fondazione del Corpo Forestale dello Stato, interessato a controlli in materia, e in un’iniziativa sull’ambiente tenutasi al Quirinale con l’Associazione “Green Cross Italia”. Malgrado l’impegno dispiegato dallo Stato, sono d’accordo con lei che la questione richiede ancora energie e attenzione. Sebbene il territorio colpito e danneggiato sia circoscritto, e non esteso all’intera Campania, la serietà del fenomeno non può permettere di abbassare la guardia.
Mi ritenga disponibile a ricevere nei prossimi giorni da lei un aggiornamento sulle sue valutazioni circa esigenze e istanze della popolazione. Vorrà credere nel mio costante e personale impegno a sollecitare – a tutti i livelli di governo – gli interventi necessari, compresa la vigilanza sul buon andamento delle misure e degli investimenti da effettuarsi e, non appena sarà possibile disporre di ulteriori risorse, mirate misure compensative del danno subito dalle vittime.
Cordialmente,
Giorgio Napolitano