Roma, 5 gennaio – Il viceministro dell’Economia, Stefano Fassina, nella giornata di ieri ha presentato al governo le sue dimissioni irrevocabili.
Motivo di questa decisione i dissapori tra l’ex viceministro, che alle primarie è stato sostenitore di Gianni Cuperlo, ed il nuovo segretario del Partito Democratico Matteo Renzi.
La tensione è sfociata in uno scambio di battute qualche giorno fa, quando Fassina aveva manifestato l‘urgenza di un rimpasto nella compagine governativa, e Renzi ha risposto, tramite un’intervista, “Fassina chi?”.
Poco dopo arriva la decisione dell’ex viceministro, che argomenta così: “Le parole del segretario Renzi su di me confermano la valutazione politica che ho proposto in questi giorni: la delegazione del Pd al governo va resa coerente con il risultato congressuale. Non c’è nulla di personale. È questione politica. È un dovere lasciare per chi, come me, ha sostenuto un’altra posizione”, aggiungendo in un’intervista all’Huffington Post: “Non mi rassegno a un Pd padronale“.
Oggi Matteo Renzi commenta la vicenda su Facebook: “La preoccupazione del PD sono gli italiani che non hanno un posto di lavoro, non i politici che si preoccupano di quale poltrona possa cambiare. Sono i problemi dell’Italia che interessano al mio PD, non i problemi autoreferenziali del gruppo dirigente. Noi rispondiamo agli elettori del Pd, non alle sue correnti. Se il viceministro all’Economia – in questi tempi di crisi – si dimette per una battuta, mi dispiace per lui. Se si dimette per motivi politici, grande rispetto: ce li spiegherà lui nel dettaglio alla direzione Pd già convocata per il prossimo 16 gennaio raccontandoci cosa pensa del governo, cosa pensa di aver fatto, dove pensa di aver fallito”.