La bonifica di Bagnoli può attendere. Udienza del TAR attesa per il 16 gennaio

mare bagnoliNapoli – Il TAR (Tribunale Amministrativo Regionale) ha sospeso l’ordinanza del sindaco di Napoli Luigi De Magistris del 3 dicembre scorso per la messa in opera, entro 30 giorni, della bonifica di Bagnoli. Questa è la notizia resa pubblica da Palazzo San Giacomo, nella quale viene comunicato che la decisione finale del provvedimento è attesa per il 16 gennaio, data dell’udienza.

L’atto firmato dal sindaco Luigi de Magistris un mese fa, imponeva alle tre aziende: Fintecna S.p.A., Cementir Italia S.p.A. e Fondazione Idis di provvedere, entro trenta giorni dalla notifica, alla presentazione del progetto di bonifica di Bagnoli (Fintecna), mettere in sicurezza il sito contaminato (Cementir) e presentare la certificazione di avvenuta bonifica (Fondazione Idis).

Solo la Fintecna S.p.A. è ricorsa al TAR per la sospensione della delibera, quanto alla Cementir Italia S.p.A. la laconica risposta rimanda ad una valutazione sul da farsi, mentre la Fondazione Idis comunica, in modo epistolare, di avere inoltrato la domanda alla Provincia al fine di ottenere la certificazione di avvenuta bonifica.

Ancora ritardi e sospensioni per una bonifica il cui inizio era atteso dal 1996, un’impasse lunga diciassette anni che non delinea ancora alcun futuro per l’area di Bagnoli.

Nella nota emanata da Palazzo San Giacomo in seguito alla delibera del 3 dicembre era stato sottolineato il rischio per la salute dei cittadini che risiedono nei pressi dell’area, pericolo che rende necessaria l’adozione di misure indispensabili di cautela della salute pubblica.

Sebbene il sindaco de Magistris cerchi di muovere il primo passo verso la bonifica dei luoghi, quello della colmata rappresenta il tipico caso del cane che si morde la coda, in quanto permane la cautela ambientale circa il metodo di bonifica.

Necessaria quanto celere la messa in sicurezza dell’arenile che ancora subisce le contaminazioni da IPA (Idrocarburi Policiclici Aromatici) e degli PCB (Policlorobifenili) ovvero le sostanze organiche altamente cancerogene presenti in quantitativi industriali nella colmata. Già negli anni scorsi, Omero Ambrogi, presidente della Società di Trasformazione Urbana – BagnoliFutura S.P.A., dichiarava che la colmata poteva essere messa in sicurezza evitandone la rimozione, perché questa significava aggravare ulteriormente l’inquinamento dell’area, trovando lo sbarramento del Ministero dell’Ambiente e del vincolo paesaggistico per Bagnoli dove la legge imponeva la rimozione della colmata. A fronte di questa eventualità la domanda sulla destinazione dei sedimenti resta ancora insoluta da parte delle istituzioni.

Il ping-pong tra Istituzioni e le aziende preposte alla bonifica è ancora in corso, bisognerà attendere il 16 gennaio per sperare che venga segnato il primo punto in questa decennale vicenda.

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