Intesa con Silvio Berlusconi, critiche accese dal neo presidente Pd
Roma, 21 gennaio – La sinistra, esista ancora o meno, tira dritto per la propria strada. Il segretario del Pd, Matteo Renzi, è machiavellico e pur di ottenere l’obiettivo prefissato, scende a patti anche con il “Pregiudicato”. Già molto tempo fa i tanti sostenitori della sinistra erano rimasti annichiliti nel leggere della notizia di Renzi, prima dell’ascesa alla segreteria del partito, cenare niente poco di meno che con Silvio Berlusconi, all’epoca ancora non condannato.
Carismatico, giovane, rivoluzionario ma che sta cambiando il vecchio Pd e che cerca le intese anche con i nemici giurati di sempre.
Il nuovo obiettivo di Matteo Renzi è la legge elettorale, che vorrebbe plasmare sul modello spagnolo, e che trova in Berlusconi ed Alfano sostenitori forti. Probabilmente è una scelta obbligata quella dell’ex-premier, ora si condannato, costretto ad allacciare legami all’esterno del proprio partito ed a rifondare una legge elettorale che doveva essere uno dei punti più urgenti di questo governo.
“È arrivato il momento per dimostrare se la politica sa decidere o è solo il bar dello sport”. Questo il messaggio forte di Renzi quando proprio ieri è stata approvata l’Italicum, il modello proporzionale di legge elettorale, per ora scelta soltanto internamente al Pd, ma che dovrà essere approvata prima delle elezioni europee. “Una modifica allo spagnolo – chiarisce Renzi – per evitare una frattura dentro la maggioranza”. Un sistema rivisitato quindi e non totalmente preso e ricopiato, un lavoro che potrebbe portare i suoi frutti e che Silvio Berlusconi sosterrebbe con gran forza insieme a Forza Italia.
Inevitabile la polemica con Cuperlo che Matteo Renzi ha dovuto fronteggiare proprio in queste ore. Benché la maggior parte del partito sia dalla parte del Sindaco di Firenze è evidente che l’intesa con Berlusconi non sia gradita ai suoi avversari interni. Un fronte che rischia di lacerare il Partito Democratico, e non sarebbe la prima volta, ma la portata della polemica potrebbe avere ripercussioni più gravi che in passato.
Non c’è accordo nemmeno sulla legge elettorale così Gianni Cuperlo ha commentato: “La riforma elettorale non risulta ancora convincente – attacca – poiché non garantisce la rappresentanza adeguata né il diritto dei cittadini di scegliere gli eletti né una ragionevole governabilità”. Il presidente Pd, Cuperlo, irritato, lascia il tavolo della presidenza e si accomoda tra i delegati. “Mi dispiace che Cuperlo vada via – sottolinea Renzi – gli avevo detto che avrebbe potuto replicare”.
Una spaccatura che potrebbe non essere sanabile e che soprattutto potrebbe mettere a rischio l’anno di Governo che Renzi ha concordato con Gianni Letta.