Tensioni in Ucraina, manifestanti chiedono nuove elezioni e l’abrogazione delle leggi “liberticide”

Protesters throw stones during the clash with police in the centre of the Ukrainian capital Kiev on January 20, 2014,  after 200,000 turned up for an opposition rally in a show of defiance against strict new curbs on protests. Police used tear gas and smoke bombs in a bid to disperse hundreds of people who sought to storm police cordons near the Verkhovna Rada parliament in the capital. AFP PHOTO/ SERGEI SUPINSKYOccupato il ministero della Giustizia

Kiev – In questi ultimi mesi l’Ucraina sta vivendo un periodo di intensa tensione. Da quando il presidente Yanukovich ha congelato un accordo con l’Ue per rientrare nell‘orbita russa, migliaia di persone sono scese in piazza a protestare e chiedere le sue dimissioni. La protesta ha ripreso vigore quando il governo ha varato delle leggi ribattezzate “liberticide”, in quanto soffocano la libertà di espressione vietando di fatto ogni genere di manifestazione.

Kiev è ormai diventata il grande palcoscenico di una guerrilla urbana. Le violenze si sono susseguite ed alimentate in maniera esponenziale, portando il 22 gennaio alla morte di cinque persone. L’ultimo atto, per il momento, è stata l’occupazione del ministero della Giustizia avvenuta ieri sera.

Il presidente Yanukovich ha cercato di arginare la situazione proponendo la guida del governo a Arseni Iatseniuk, capogruppo della Timoshenko. Ma la proposta è stata rifiutata perchè l’opposizione chiede l’abrogazione delle leggi “liberticide”, motivo per il quale si sono riaccese le proteste, e nuove elezioni presidenziali subito. E questo chiedono anche i manifestanti, che non si sono affatto calmati dopo la proposta del Capo di Stato, ma hanno cominciato ad occupare uno ad uno i palazzi del potere. 

Yanukovich però non ne vuol sapere dell’abrogazione delle leggi, dichiarando di essere tutt’al più disponibile ad una modifica. E nemmeno di lasciare la poltrona. Uno dei tanti motivi di quest’ultima reticenza è che il presidente e la sua famiglia pare si siano arricchiti in modo sospetto dopo la sua elezione, quindi lasciando l’incarico potrebbe finire sotto processo.

 

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