Deliberata la patrimonializzazione del Teatro San Carlo e deciso il piano anti-dissesto
Napoli, 31 gennaio – Luigi De Magistris resta. “Io non scappo”, ha sentenziato durante la seduta consiliare di ieri mattina a Palazzo San Giacomo. E’ questa la risposta che il primo cittadino partenopeo ha urlato in faccia a chi, sotto i banchi del consiglio, già si sfregava le mani in attesa di assaporare le dimissioni del sindaco in carica. A seguito del diniego della Sezione regionale della Corte dei Conti al piano di riequilibrio e dopo le tormentate vicende del Teatro San Carlo, infatti, erano in tanti ad averlo dato per spacciato.
Non ci si aspettava che il Comune di Napoli presentasse ricorso: “La città è viva, non è in dissesto – ha continuato De Magistris – e con questa convinzione affronteremo il ricorso e dimostreremo la bontà di quello che abbiamo fatto a partire dalla responsabilità istituzionale dimostrata all’indomani dell’insediamento, quando potevamo dichiarare dissesto e non l’abbiamo fatto”. Anche Salvatore Palma, assessore al Bilancio, ha evidenziato che la situazione finanziaria del comune non desta preoccupazioni e, addirittura, a fine anno si andrà in avanzo di bilancio. Con i conti in regola il sindaco auspica l’inizio di un percorso di amministrazione ordinaria, senza lo spettro costante del dissesto. L’appello del primo cittadino quindi è andato alle diverse forze politiche, invitate a fare fronte unico per il bene della città.
Un altro importante passo è stato compiuto ieri, quando il consiglio ha approvato la delibera d’indirizzo per la patrimonializzazione del Teatro San Carlo, che sarà resa operativa al termine del commissariamento deciso dal Mibact. Lo stesso ministro Bray ha assicurato, infatti, che entro sessanta giorni il San Carlo tornerà alla gestione ordinaria ed in quest’ottica, la delibera contribuirà al rilancio del teatro nel segno dell’autonomia della cultura e della restituzione della “serenità ai lavoratori, che svolgono un lavoro di altissima qualità nonostante i pochi mezzi a disposizione rispetto ad altri teatri”. Presenti durante la seduta anche dei rappresentanti dei lavoratori del Massimo partenopeo, cui il sindaco ha riferito di alcune telefonate intercorse col ministro Bray e col commissario Lignola in cui si augurava una tenuta dei salari e dei posti di lavoro del San Carlo.