Bray difende la scelta di Osanna
Non poteva passare inosservata la decisione di arruolare Massimo Osanna, figura esterna al MiBACT (Ministero dei beni culturali e del turismo) per il ruolo di soprintendente di Pompei, Ercolano e Stabia (vai all’articolo). La scelta di investire il professore, fortemente voluta da Massimo Bray, titolare del dicastero, infatti, è stata oggetto dell’ultima interrogazione a risposta immediata, il cosiddetto question time a cui il ministro è stato chiamato a rispondere.
“Questioni attinenti la gestione dei beni culturali con particolare riguardo a musei e aree archeologiche […]” si legge nell’ordine del giorno riportato nel resoconto stenografico n.180 del Senato.
È Andrea Marcucci (PD) il primo a prendere la parola sottolineando positivamente il lavoro svolto da Bray e l’importanza dell’approvazione del decreto n. 91 del 2013, denominato Valore Cultura, un’azione importante circa l’interesse e l’attività del Governo in materia. “Ha invece lasciato qualche perplessità, – afferma Marcucci – viste le importanti candidature, la scelta di un esterno con parziale e limitata esperienza (otto mesi come soprintendente in Basilicata) per la gestione ordinaria della Soprintendenza di Pompei”.
Relativamente alla preferenza di Osanna, Bray ha spiegato che: “La procedura ha avuto avvio dal direttore generale per le antichità che ha ricevuto sei candidature; queste sono state esaminate con attenzione, valutando i curricula e tenendo conto del fatto che l’area di Pompei è da anni al centro di una fortissima attenzione da parte degli studiosi di tutto il mondo e che una delle proposte maggiormente prese in esame è quella di estendere l’attenzione su Pompei a tutto il mondo dell’università, facendo di Pompei un vero e proprio campus di ricerca nel mondo dell’archeologia. Credo sia stato anche questo a spingere il direttore generale per le antichità a propormi tra le sei candidature il profilo professionale più aderente alle esigenze di ricerca di quanto dovrà essere fatto all’interno del parco. La scelta è ricaduta sul professor Osanna, che, come è stato detto, ha ricoperto il ruolo di soprintendente nel mio Ministero in Basilicata ma che vanta anche un curriculum particolarmente ricco proprio riguardo agli studi archeologici sul mondo di Pompei. Mi pare pertanto evidente che la scelta possa giustificare il ricorso a professionalità esterne, non perché il Ministero non abbia eccellenti archeologi su cui poter contare, ma perché proprio nel caso di Pompei non basta soltanto una competenza tecnica ed un’ordinaria competenza amministrativa, ma occorrono qualità speciali e un curriculum con esperienze diversificate, oltre che una particolare attenzione al mondo degli studi, interno al nostro Paese e anche internazionale”.