Tra le ultime disposizioni del governo Letta, la pianificazione dell’emergenza per il rischio vulcanico
Lo scorso 14 febbraio, sono state firmate dal Presidente del Consiglio Enrico Letta le disposizioni per l’aggiornamento della pianificazione di emergenza per il rischio vulcanico del Vesuvio. Il documento, oltre a stabilire le aree da evacuare nel caso di ripresa dell’attività eruttiva, definisce i gemellaggi tra i 25 Comuni più a rischio (zona rossa) e le Regioni che accoglierebbero nei loro territori la popolazione evacuata.
Le aree da sottoporre ad evacuazione cautelativa sono sia quelle ad alta probabilità di invasione di flussi piroclastici (colata lavica e gas ad alte temperature) sia quelle soggette ad alta probabilità di invasione di crolli delle coperture degli edifici per importanti accumuli di materiale piroclastico.
Nel frattempo, entro 45 giorni da quando le Disposizioni di Letta verranno pubblicate in Gazzetta Ufficiale, il Capo del Dipartimento della Protezione dovrà fornire alle diverse componenti e alle strutture operative del Servizio Nazionale della Protezione Civile, le indicazioni per l’aggiornamento delle pianificazioni di emergenza previste per il rischio vulcanico, aggiornamento che dovrà compiersi entro i successivi quattro mesi.
L’obiettivo del piano di emergenza nazionale, infatti, è quello di assicurare la mobilitazione di tutte le componenti e strutture operative del Servizio Nazionale della Protezione Civile come un’unica organizzazione volta a portare soccorso e assistenza ai cittadini. Ecco i gemellaggi tra i Comuni della zona rossa e le Regioni Comuni che accoglieranno gli evacuati.
Portici, Nola, Cercola, Torre del Greco, Somma Vesuviana, Pollena Trocchia, San Giuseppe Vesuviano, Sant’Anastasia, Pomigliano d’Arco, Palma Campania, Ercolano, San Giorgio a Cremano, San Gennaro Vesuviano, Poggiomarino, Ottaviano di Napoli, Terzigno, Massa di Somma, Torre Annunziata San Sebastiano al Vesuvio, Boscotrecase, Boscoreale, Scafati Trecase, Pompei.